Aldo Montano ha dovuto sostituire Luigi Samele dopo un problema muscolare, facendosi trovare pronto alla sua gara d'addio. L'ultimo podio nella sciabola maschile risaliva a Londra 2012 con la medaglia di bronzo
Gli azzurri di sciabola maschile vincono l’argento olimpico: la Corea del Sud ha vinto la finale per l’oro 45-26. Gli assalti sono stati una dimostrazione di forza dei coreani, che hanno letteralmente dominato il gold medal match fin dalle prime stoccate costringendo gli italiani a una resa onorevole. Quella degli Azzurri è la 21esima medaglia olimpica nella specialità: l’ultimo podio risaliva a Londra 2012, proprio Aldo Montano, alla sua gara d’addio, e compagni che si erano aggiudicati il bronzo.
Oltre a Luca Curatoli, Enrico Berré e Luigi Samele, già in semifinale in pedana è sceso proprio Montano, oro olimpico ad Atene 2004 e, con i suoi 42 anni, riserva d’esperienza della squadra maschile: contro l’Ungheria, quando Samele ha dovuto rinunciare dopo il primo assalto per un problema muscolare rimediato nei quarti contro l’Iran, lui si è fatto trovare pronto trascinando la squadra e conquistando la sua quinta medaglia olimpica.
Dopo il capolavoro contro gli ungheresi guidati da Szilagyi, la finale è stata a senso unico. La Corea del Sud, numero 1 del ranking e campione ai Giochi di Londra, ha preso il controllo nel primo assalto tra Curatoli e Kim e da quel momento ha controllato concedendo solo un assalto agli italiani (Berrè con Oh) allargando così il vantaggio fino al 45-26 finale.
Si tratta del quindicesimo podio italiano a Tokyo, il terzo di giornata dopo i terzi posti di Burdisso nei 200 farfalla e dell’imbarcazione del 4 senza nel canottaggio: il bilancio è di un oro, 6 argenti e 8 bronzi ai quali bisogna aggiungere la medaglia certa di Irma Testa nel pugilato (ma il metallo verrà deciso nei prossimi incontri). Dopo cinque giorni di gare, il bottino della spedizione italiana è ragguardevole in termini di numeri assoluti, anche se resta il rammarico per l’unico oro di Vito Dell’Aquila nel taekwondo. Era da Barcellona 1992 che, nello stesso giorno di gare, l’Italia non aveva conquistato così poche vittorie.