Un giallo scuote la vita politica veronese, con denunce e ammissioni di responsabilità, dopo che in una votazione notturna in consiglio comunale di un emendamento, era stata espressa da remoto un’astensione in nome di un consigliere leghista di maggioranza, in quel momento assente. E’ stato il presidente dell’assemblea ad annunciare di aver firmato una denuncia alla Polizia Postale nei confronti del ladro di identità. Quando era stato votato l’emendamento 805, il consigliere leghista Andrea Bacciga non era collegato al sistema Concilium. Si era scollegato alle 20.13 per impegni personali e si era ricollegato all’1.40. Nel frattempo, però, qualcuno era entrato nel sistema con l’identificativo di Bacciga per due volte, alle 23.45 e alle 23.51. Subito dopo aver espresso l’astensione su un emendamento, si era scollegato. Poco prima che il documento fosse illustrato, era intervenuto il consigliere comunale (ed ex sindaco leghista) Flavio Tosi, che aveva espresso perplessità sull’attribuzione effettiva dei voti, visto che le telecamere non erano attive su molti dispositivi. Inoltre, aveva chiesto se il consigliere Bacciga fosse presente.

Quando Bacciga ha scoperto di aver espresso un voto, anche se scollegato, è scattato l’accertamento. Il sistema ha rintracciato l’identificativo del ‘device’ da cui era partito il voto, identico a un dispositivo già utilizzato da un consigliere di minoranza un anno fa durante una seduta. E’ così stata depositata una denuncia per sostituzione di persona e falsità materiale commessa da pubblico ufficiale. Il sindaco Federico Sboarina, passato di recente con Fratelli d’Italia, aveva dato enfasi ai risultati degli accertamenti, illustrandoli in un incontro nella Sala degli Arazzi del municipio, presenti anche Ferrari e i capigruppo di maggioranza. “E’ un fatto gravissimo, è inaccettabile che una persona eletta dai cittadini, con importanti responsabilità davanti alla comunità e nel ruolo di pubblico ufficiale, durante l’esame di una delibera, decida di compiere un illecito. – ha detto – E’ un problema di serietà verso l’istituzione e di legalità. Nessuno può permettersi un tale disprezzo per le regole e per i cittadini che rappresenta”.

Poi il colpo di scena. L’ex sindaco Flavio Tosi è uscito allo scoperto, ammettendo: “È stato un consigliere del mio gruppo, gliel’ho detto io di farlo. Si è trattato di una provocazione, infatti il voto è stato di astensione e non ha influito sull’esito, per dimostrare che il sistema delle votazioni da remoto, come avevamo più volte denunciato, non regge. Chiunque, come è stato dimostrato, può sostituirsi a un consigliere e votare al posto suo”. Tosi ha cercato di ritorcere la situazione contro gli accusatori istituzionali: “Il problema non è chi ha dimostrato le falle del sistema, ma chi si rifiuta di controllare. Abbiamo chiesto di fare come in Regione Veneto, dove chi vota deve accendere la telecamera e mostrarsi, ma la proposta è stata bocciata. Perché?”. Andrea Bacciga ha dichiarato al quotidiano “L’Arena”: “Chi ha votato a mio nome ne pagherà le conseguenze. Certo non ci voleva un genio dell’informatica, visto che la password era la stessa per tutti i consiglieri, ma ha commesso l’ingenuità di tradirsi con il telefonino”.

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