Si è presentato al pronto soccorso ferito e, dopo le domande dei sanitari su come se le fosse procurate, ha confessato di aver appena ucciso un amico nel suo appartamento e di aver gettato l’arma del delitto, un coltello, e il cellulare nel fiume. Infine lui stesso ha chiamato il 112 per raccontare tutto. È accaduto la notte del 27 luglio a Brunico in Alto Adige. Per il delitto è stato fermato un polacco 21enne, Oskar Kozlowski, residente da alcuni anni in Italia. La vittima è Maximum Zanella, 30enne d’origine russe, adottato da bambino da una famiglia altoatesina. Secondo le prime ricostruzioni, tra i due era in corso una violenta lite nell’appartamento di Zanella, quando Kozlowski si è avventato sull’amico e lo ha ucciso a coltellate. Entrambi erano noti alle forze dell’ordine come consumatori di stupefacenti.
Il ritrovamento di un teschio nell’appartamento della vittima e il fatto che il fermato, secondo foto pubblicate sui social media, avesse tatuato sul braccio il numero ‘666‘, hanno alimentato voci su un possibile retroscena satanista. La Procura ha però precisato che “sul movente non ci sono ancora elementi” utili. L’appartamento è stato posto sotto sequestro.
La pista del satanismo è stata smentita dai genitori della vittima, Carlo Alberto Zanella, presidente provinciale del Cai, e la moglie. “Il teschio”, spiegano, “è una solo una specie di soprammobile di plastica, nient’altro”. I coniugi Zanella e la loro figlia non si danno pace. Descrivono Maximum come ragazzo “timido e buono”, che in passato “ha compiuto qualche errore come tanti ragazzi”. Da sei anni viveva a Brunico e attualmente lavorava come bagnino nella piscina di Brunico. Genitori e figli si sentivano più volte al giorno, così anche ieri sera quando Maximum sembrava tranquillo. Cosa sia successo nella ore successive lo potrà chiarire solo Oskar Kozlowski, che sarà sentito a breve per l’interrogatorio di garanzia.