Economia

Bollette, Arera: “Il mercato libero non costa meno di quello tutelato. Il 90% delle offerte gas e il 95% di quelle luce è più caro”

I numeri del primo monitoraggio dell'authority di settore. Tra gennaio 2020 e giugno 2021 solo una sessantina di proposte convenienti, su 5mila censite dal Portale Offerte dell'Arera. La questione è anche di trasparenza, tra pratiche ingannevoli e poche garanzie. "Non si fa il mercato libero sulle spalle e le tasche delle famiglie", commenta Marco Vignola dell'Unione Nazionale Consumatori

Il mercato libero non è più vantaggioso di quello tutelato, destinato a venire meno l’1 gennaio 2023 dopo molte proroghe. Nemmeno il 10% delle offerte del regime libero per clienti domestici del settore gas è più conveniente rispetto alla maggior tutela, il servizio le cui tariffe sono stabilite dall’authority di settore. Per quanto riguarda l’energia elettrica la percentuale scende addirittura sotto il 5%. I numeri sono nero su bianco nel primo “monitoraggio dei mercati di vendita al dettaglio dell’energia elettrica e del gas” pubblicato dall’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (Arera), previsto dal decreto Mise del dicembre 2020 e arrivato sul tavolo del Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani.

In particolare, nel periodo tra gennaio 2020 e giugno 2021 nel mercato libero il settore elettrico e quello del gas presentavano rispettivamente in media solo 64 e 65 offerte a prezzo fisso e variabile più vantaggiose del servizio di tutela. “Una quota residuale”, riprendendo le parole del rapporto, se si pensa che sul Portale Offerte dell’Arera sono quasi 5mila le offerte disponibili alla consultazione e alla comparazione della spesa presenti. Rovesciando le percentuali esatte il fenomeno appare ancora più chiaro: il 90,18% di offerte del gas del mercato libero sono più care di quelle a maggior tutela, mentre nella luce arrivano persino al 95,28%.

Ai rincari per chi diventa cliente dei servizi a mercato libero si aggiunge anche la difficoltà di trovare dei vantaggi veri nel mare di contratti proposti. Sempre secondo il rapporto, molti clienti usciti dalla maggior tutela tra luglio 2020 e marzo 2021 sono finiti per sottoscrivere offerte a mercato libero che si rivelano molto più costose di altre. Spesso, infatti, i nuovi utenti vengono convinti dalle chiamate dei call center o dalla visita di un’agente di vendita: questi metodi non permettono di fare una scelta consapevole né comparare le offerte più interessanti, incappando così in bollette ancora più salate. Nonostante questo, sembra che il mercato libero di elettricità e gas piaccia sempre di più ai giovani: l’81% dei contratti vengono infatti siglati da clienti tra i 18 e 29 anni, per tutti i tipi di clienti e per entrambi i settori.

“Dati illuminanti che dimostrano che non si può fare il mercato libero sulle spalle e le tasche delle famiglie”, commenta Marco Vignola, responsabile del settore energia dell’Unione Nazionale Consumatori, aggiungendo che “il mercato tutelato deve restare ben oltre il primo gennaio 2023“. È questa infatti la data della fine della maggior tutela fissata dopo numerosi slittamenti, e il governo Draghi è intenzionato a non concedere proroghe. Per Vignola la questione sul libero mercato non si ferma solo alla vantaggi in termini economici, ma è importante anche la trasparenza: le “pratiche commerciali ingannevoli”, l’assenza di un “serio albo di fornitori” che lascia i clienti in balia dei fornitori “senza garanzie né requisiti finanziari adeguati” e un portale che non permette un confronto tra l’offerta sottoscritta al momento e quelle più convenienti disponibili sono per Vignola dei segnali che l’Italia è “ben lungi dall’avere un mercato concorrenziale”.