Il cantautore siciliano è tornato dopo tre anni di assenza con “Solero” in duetto con i The Kolors. In questi tre anni Lorenzo Fragola ha fatto tanti cambiamenti nella sua vita (anche grazie all'amore) ammettendo, errori, insuccessi e facendo pace con la sua anima pop
Lorenzo Fragola a FqMagazine: “Gestire la vittoria di X Factor non è stato facile, ho peccato di presunzione, ho detto molti ‘no’ ma non ho mai preso in giro il pubblico”
Occhi azzurri, sguardo innocente, grandissimo talento. A soli 19 anni Lorenzo Fragola vinceva “X Factor”. Era il 2014. In sette anni ha inciso tre dischi, un EP, ha partecipato due volte al Festival di Sanremo. Alti e bassi fino al disco “Bengala” del 2018, forse il più bello della sua carriera, ma poco compreso dal grande pubblico. Poi il silenzio, la pandemia in mezzo e una rivoluzione interna ed esterna. Oggi Lorenzo Fragola è rinato, “Solero”, il nuovo singolo con i The Kolors è solo un piccolo tassello verso un nuovo percorso artistico e personale.
L’ultimo disco “Bengala” risale al 2018, che fine ha fatto Lorenzo Fragola?
Mi fa un po’ sorridere quando si pensa che io sia scomparso ma in realtà c’è stato un anno e mezzo di pandemia e poi ho staccato per diversi motivi. Alla base ci sono state scelte personali e private ma anche una scelta coraggiosa…
Quale?
Non ho mai voluto fare mille cose solo per il dovere o bisogno di esserci. C’è stata una naturale evoluzione sia sul versante artistico quanto su quello personale. Sono tornato quando mi sono sentito pronto ma rimango dell’idea che quando non si è pronti a raccontare qualcosa di nuovo, non sia giusto prendere per i fondelli chi ti ascolta. Sono fatto così. In questi tre anni fondamentalmente ho recuperato la mia vita, ho riscoperto il bello del mio lavoro con una intensa scrittura dei brani, ho fatto diverse esperienze, ho preso la patente, dopo sette anni in giro per l’Italia tra Catania, Bologna e Milano ho ristrutturato una vecchia casa alle pendici dell’Etna con uno studio di registrazione. Non sono molto distante da casa di Carmen Consoli.
In sette anni hai inciso tre dischi e un EP, hai partecipato a due Sanremo e hai vinto X Factor. Un bilancio all’attivo?
I primi due album li ho fatti nel primo anno e mezzo dopo ‘X Factor’. Ci sono state scelte giuste e scelte sbagliate. Una cosa è certa: non ho mai fatto sempre le stesse cose.
Del nuovo album che dici?
Uscirà, c’è. Dopo ‘Solero’ uscirà un altro singolo. Ho scritto con Generic Animal, Vipra e Irbis, artisti del mondo underground. Ho fatto pace anche con la mia anima più pop. Rispetto al precedente ‘Bengala’, che era più cupo e raccontava le difficoltà del crescere e prendere decisioni, il nuovo disco sarà più maturo e per certi versi più dolce.
Cosa non è arrivato al grande pubblico di “Bengala”?
Molti sbagli li ho fatti per imparare. In quel momento non avevo ancora capito che non dovevo per forza difendere il progetto. Ho peccato di presunzione. Ad esempio, ho scelto un produttore, Federico Nardelli, che aveva prodotto solo singoli e non aveva mai lavorato a un disco, ho alzato l’asticella con la trap-pop assieme a Mace in ‘Battaglia Navale’… Insomma volevo fare delle cose che sentivo ‘mie’ ma che in realtà in quel momento della mia carriera non potevo permettermi.
Perché?
Perché venivo dal nazional-popolare, da Sanremo, ci si aspettava da me il tormentone estivo. Non ci credeva nessuno. Io in quel momento volevo imparare a scrivere, ripartendo da zero per fare una cosa assurda: scrivere pezzi da outsider.
Pensi di aver avuto delle responsabilità sui tuoi alti e bassi professionali?
Certo. Ho detto ‘no’ molto spesso e questo atteggiamento poco accomodante ha scoraggiato sicuramente le persone a lavorare con me. Ricordo, ad esempio, che mi avevano offerto un sacco di soldi per fare la pubblicità di una macchina ‘perché non era giusto’, ho detto di no a un libro della Mondadori, mi sono staccato da un manager pazzesco come Fedez (era il suo giudice a X Factor, ndr) dopo soli 4 mesi… Insomma ho fatto delle scelte di testa mia, che evidenziavano come non avessi né voglia di denaro né di successo né di imparare. Non ho mai trovato una direzione unica, non ho mai detto a me stesso ‘voglio essere questo tipo di artista’. Insomma ho sempre vissuto in conflitto. Quindi è naturale che potessi risultare antipatico ad un team di lavoro.
Come hai gestito il successo di X Factor nel 2014?
Ci si ritrova dentro una macchina che ti spreme. Conosco diversi talenti che dopo ‘X Factor’ sono andati in terapia per riprendere il contatto con sé stessi. Ci sono anche momenti di sofferenza. È vero, vinci un talent, è tutto pazzesco e bellissimo, ma allo stesso tempo avere a che fare con la vittoria ti distrugge.
Oggi come stai?
Amo sempre di più la musica, dopo averla vista anche come nemica, adesso ho fatto scelte che mi hanno preservato e tutelato.
Dove hai trovato la forza per risollevarti?
Proprio l’amore per la musica che è sconfinato. Con la maturità apprezzo molte cose più di prima e penso sia una figata pazzesca comporre e scrivere, mi danno la forza per andare avanti. Poi ho incontrato delle persone migliori, la prima è la mia ragazza che mi ha permesso di fare pace con diverse cose, la mia famiglia in primis. Mi ha dato la forza di sistemare la casa, prendere la patente, sentirmi più forte.
Se dovessi tornare indietro faresti un altro talent?
Quando ho fatto X Factor avevo 19 anni e per me era un gioco: one shot o va bene o va male. Se avessi dovuto scegliere strategicamente avrei scelto ‘Amici’ per diversi motivi. Un talent focalizzato sui ragazzi, Maria De Filippi supporta molto i cantanti e i ballerini sia consentendogli di conoscere produttori importanti che coinvolgendoli nella sua enorme macchina produttiva. Li rende partecipi del suo mondo e li supporta. Sicuramente una volta uscito da ‘Amici’ si ha un percorso professionale più definito. Detto questo, sono felice ed orgoglioso di aver partecipato a ‘X Factor’ che ha accolto un ragazzino con la chitarra che cantava Ed Sheeran. Nell’ottica di oggi, con il mercato discografico attuale, avrei fatto un’altra scelta.
Ora sei tornato con ‘Solero’ in duetto con i The Kolors. Poi arriverà il nuovo album, qual è il messaggio che vuoi fare arrivare alle persone?
Che non voglio fare il furbo. Le mie canzoni possono piacere oppure no ma il mio obbiettivo è fare un album che possa portarmi in giro live. Se poi qualche canzone dovesse prendere il largo ne sarei molto felice per ripagarmi delle rinunce che ho fatto per arrivare così oggi: a raccontare le cose nella maniera giusta.
Parteciperesti al Festival di Sanremo 2022?
Mi piacerebbe tanto perché a differenza delle altre volte andrei all’Ariston con una consapevolezza diversa. Ero troppo piccolo e mi sono fatto spaventare da quel palco. Oggi ci tornerei da uomo. Potrebbe accadere il prossimo anno o nel 2023 oppure mai più. Però ci terrei a portare il mio nuovo messaggio a tante più persone possibili.
Chiudiamo in politica. Nel 2019 ha twittato ‘Salvini m***a”. È cambiato qualcosa?
Credo sia importante per un Paese porre la totale fiducia nelle mani di chi ci rappresenta. Salvini non infonde fiducia e dice tutto e il contrario di tutto, anche a Sinistra non mi sembra vada meglio. Inevitabile che i cittadini di disaffezionino alla politica. Molti politici ormai guardano prima ai sondaggi per poi coltivare i propri interessi personali.
Il premier Draghi può riportare fiducia nella politica?
Parla poco ma quando parla dice cose condivisibili. Io vorrei una figura che prenda in mano la situazione folle che si sta creando di propaganda contro i vaccini, c’è chi parla di dittatura sanitaria ma sono solo ignoranti, cose insensate che mirano alla confusione.