Il destino toglie, il destino dà, a volte nella stessa gara, in una Olimpiade, se sai aspettarlo anche nell’arco di una carriera. Ieri il 4 di coppia uomini, la barca in cui era venuto a mancare qualche mese fa Filippo Mondelli per un tumore, aveva preso un embardée mentre era a pieno titolo in corsa per una medaglia. Con la delusione al massimo, tutti avevamo pensato che le favole non esistevano, doveva essere la barca del destino e invece tutto era finito per un errore che nel canottaggio non succede quasi mai. Oggi le nostre Federica Cesarini e Valentina Rodini partono per la finale del due di coppia pesi leggeri donne da co-favorite, dopo aver stabilito il record del mondo in semifinale.

Tutta la gara ha un solo spartito, l’Olanda di Marieke Keijser e della campionessa olimpica in carica Ilse Paulis hanno una mezza barca di vantaggio sulla nostra, la Francia e la Gran Bretagna. Ai 500 metri noi alziamo il ritmo, ma non riusciamo a distaccarci dalle altre due barche, anzi dalla quinta posizione sale anche la barca americana che quasi ci affianca. Poi accade tutto in 20 metri ed è in quel momento che il destino ci mette il suo zampino. Le altre barche mancano un colpo rispetto alla nostra, che le sopravanza leggermente, l’Olanda sbanda, anche lei ha un embardée e quasi si ferma, sulla linea dell’arrivo siamo prime con 6.47.54. La quarta barca al traguardo, la britannica, chiude in 6.48.04.

Per un niente Valentina Rodini e Federica Cesarini sono campionesse olimpiche. Prima medaglia per il canottaggio femminile italiano nella storia olimpica. Ed è una medaglia d’oro. Una medaglia storica e per come è arrivata impossibile da dimenticare.

Nella gara precedente e speculare al maschile, il due di coppia uomini pesi leggeri partiamo anche in questo caso come una delle barche migliori del lotto, ma nettamente sfavoriti rispetto all’Irlanda che da anni ci batte in ogni competizione.
I nostro Stefano Oppo e Pietro Ruta si giocano una medaglia con tutte le altre barche, in particolare con Germania e Repubblica Ceca. Fin da subito irlandesi e tedeschi ingranano una marcia che non riusciamo a tenere, ma siamo sempre veloci in acqua tenendo un passo sostenuto. Questa volta ai 500 metri siamo noi a dover rispondere a un attacco, quello ceco di Simanek e Vrastil. Ci riusciamo e portiamo a casa un bronzo per un duo che aggiunge questa medaglia olimpica agli ultimi due argenti mondiali. Dopo 21 anni otteniamo una medaglia con il doppio pesi leggeri ed è un altro grandissimo risultato.

Se nel bacino del Sea Forest Waterway abbiamo vinto due medaglie da barche già di ottimo livello, nella piscina dell’Aquatics Centre abbiamo fatto un mezzo miracolo con un uomo andato oltre il possibile.

Di quello che è capitato a Gregorio Paltrinieri negli ultimi mesi si è raccontato un sacco di volte. A maggio vola e vince cinque medaglie europee tra piscina e acque libere. Il suo sogno di lottare per tre medaglie a Tokyo è più che raggiungibile. Dopo poche settimane prende una forma di mononucleosi e deve fermarsi, proprio nel momento in cui bisognava definire la preparazione per Tokyo. Non conoscevamo fino alla semifinale degli 800 metri lo stato di forma di Paltrinieri, che scende in acqua e per poco manca la finale di una delle sue gare preferite. Questa è l’evidenza di qualcosa a cui non volevamo credere, ovvero che Gregorio fosse in uno stato di forma terribile.

Oggi in finale partiva dalla corsia numero 1 e accade quello che nessuno si aspettava. Inizia ad alzare il ritmo fin dall’inizio, raggiunge i due secondi di vantaggio, perde dalla seconda metà di gara in poi ma lo fa poco alla volta, non di colpo come si poteva prevedere. Ai 750 metri è ancora davanti e serve fare solo un’ultima vasca mettendoci tutto quello che si ha. Gregorio Paltrinieri, lo dichiara poi ai microfoni Rai, butta il cuore nella vasca e da tutto se stesso. Quando arriva a toccare, si gira e se ne accorge: è argento olimpico battuto solo dall’americano Robert Finke, che nuota un’ultima vasca a velocità folle. Un secondo posto davvero incredibile per Paltrinieri, una storia olimpica meravigliosa che non è finita qui.

Piccola delusione poi per il nuoto. Alessandro Miressi è arrivato in finale dei 100 stile libero come uno dei grandi favoriti, ma nei turni precedenti gli altri si erano in parte nascosti. Vince infatti Caleb Dressel, sull’australiano Chalmers e il russo Kolesnikov, mentre il nostro nuotatore è solo sesto.

Nella scherma oggi è il turno del fioretto a squadre e le nostre Alice Volpi, Arianna Errigo e Martina Batini regolano senza troppe difficoltà l’Ungheria ai quarti con un netto 45-32, ma perdono la semifinale contro la Francia per 45-43 dopo aver dominati la gara. Ora testa al bronzo, che è alla portata.

Anche le ragazze del volley sudano poco per battere l’Argentina 3-0, mentre per tornare al canottaggio si è visto un lampo di futuro molto interessante. Gennaro Di Mauro, 19 anni e pochissima esperienza sul singolo, arriva a un passo dalla finale olimpica della gara più difficile. Da qui a Parigi 2024, questo ragazzo ha davvero un futuro tutto da scrivere.
In questa bella notte azzurra c’è però una grande delusione, Jessica Rossi è fuori dalla finale del Trap femminile, un brutto colpo per la nostra portabandiera. Per fortuna riusciamo a inserire fra le prime sei della finale Silvana Stanco, che chiude in quinta posizione (storica prima medaglia olimpica per San Marino con Alessandra Perilli, che è bronzo).
Con Jessica Rossi esce dalla finale del Trap maschile anche Mauro De Filippis, altra delusione notturna difficile da digerire per una Nazionale con la nostra tradizione.

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Tokyo2020, Cesarini e Rodini festeggiano con un tuffo in mare l’oro nel doppio pesi leggeri femminile nel canottaggio

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