Mentre il tema della riforma della giustizia approda approda sul tavolo del Consiglio dei ministri, con il premier Draghi che accelera per arrivare a chiudere entro oggi, da Viareggio arriva l’appello dei familiari della vittime dell’incidente ferroviario del 2009, in cui morirono 32 persone. Domani, venerdì 30 luglio, si ritroveranno sotto Montecitorio per protestare contro il testo che, temono, “rischia di cancellare con un colpo di spugna” i processi per i disastri colposi e ambientali. Non solo il processo di Viareggio. “Pensiamo anche a quello per la strage di Rigopiano, al Ponte Morandi, ad Andria e Corato, Pioltello, per arrivare all’ultimo evento, la funivia di Mottarone” spiega Marco Piagentini, che nell’incidente ha perso tutta la famiglia. “Ecco, tutti questi processi, probabilmente, se vediamo i tempi con cui si è svolto il nostro, andranno tutti nell’oblio e nel nulla di fatto. E questo mentre noi ancora aspettiamo le motivazioni della sentenza di Cassazione avvenuta a gennaio, dopo 6 mesi ancora non abbiamo le motivazioni di quella scellerata sentenza. Allo stesso modo, in collaborazione con le altre associazioni e con il comitato nazionale , ci mobiliteremo perché non possiamo pensare che oltre alla beffa della prescrizione, ci sia il pericolo di cancellare i processi, cioè di farli andare in quell’oblio del nulla. Se a oggi la notizia che abbiamo è di una proposta di stop a questa legge per quanto riguarda i reati collegati alla mafia e i reati più gravi, non capisco perché non si ponga attenzione ai reati legati ai disastri colposi e i disastri ambientali”, conclude Piagentini
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