Odori nauseabondi, deiezioni, presunta presenza di eternit, un tubo lasciato in un campo forse per smaltire i liquami: sono questi i problemi causati da un allevamento di maiali a Santa Cristina in Bissone, in provincia di Pavia, che i cittadini denunciano da anni. Problematiche gravi che come Essere Animali abbiamo documentato per un anno. L’organizzazione ha lanciato una petizione online diretta al sindaco per chiedere la chiusura immediata della struttura.
Avevamo già visitato l’allevamento l’anno scorso, e avevamo rinvenuto carcasse di maiali abbandonate in un cassone all’esterno dello stabilimento, immagini che erano state diffuse in un servizio al Tg1. A luglio di quest’anno, grazie all’utilizzo di un drone, l’associazione ha documentato le condizioni di degrado in cui versa la struttura. Sul tetto dello stabilimento sembra essere presente molto eternit, fatto che mette in pericolo la salute dei lavoratori e degli animali presenti nella struttura. Ma le problematiche ambientali non finiscono qui: alcuni cittadini hanno denunciato la presenza di un tubo di scarico in un campo vicino all’allevamento, che potrebbe essere stato utilizzato per smaltire illegalmente le deiezioni. Come d’obbligo in situazioni come queste, l’organizzazione ha denunciato la situazione alle autorità locali.
L’odore nauseabondo denunciato dalla cittadinanza è probabilmente causato dall’accumulo di deiezioni all’interno degli stessi recinti in cui vivono gli animali, costretti a vivere in condizioni di estrema incuria. Il pavimento non è fessurato, per cui non è possibile far defluire le feci e le urine degli animali, che andrebbero quindi pulite quotidianamente e mai accumulate, soprattutto durante i mesi estivi. Il risultato è un netto abbassamento della qualità della vita per tutti gli abitanti di Santa Cristina e Bissone.
Simone Montuschi, presidente di Essere Animali, ha dichiarato: “Siamo consci che chiedere la chiusura di un’attività sia un’azione forte, ma la situazione a Santa Cristina e Bissone è insostenibile. I problemi dei capannoni sono strutturali e le possibilità di un concreto intervento per recuperare un allevamento così grande e fatiscente, nelle stesse condizioni dagli anni Sessanta, sono pressoché risibili. Ma se il tempo dentro l’allevamento si è fermato, attorno sono sorte case dove abitano famiglie il cui standard di vita è nettamente peggiorato. Costoro ricevono da anni promesse d’intervento da parte dell’amministrazione comunale, ma il problema puntualmente si ripresenta. Anche gli animali allevati oggi necessitano di standard che questo allevamento non rispetta e probabilmente mai potrà rispettare. L’unica soluzione per il bene degli abitanti di Santa Cristina e Bissone, dell’ambiente e degli animali è chiudere l’allevamento”.
Dopo un monitoraggio della struttura e delle condizioni degli animali durato un anno, è chiara la necessità di un provvedimento drastico e urgente per chiudere l’attività. Per questo motivo abbiamo lanciato una protesta per chiedere al sindaco di Santa Cristina e Bissone, Elio Grossi, di revocare le autorizzazioni all’allevamento di maiali.