Per Legambiente, Italia Nostra, FIAB, Parco Franciacorta e gli operatori turistici locali (consorzio camping) si tratta di una decisione sconcertante. Dal 7 al 29 agosto a Monte Isola – il Comune sul lago d’Iseo reso celebre per l’opera “The Floating Piers”, la passerella di Christo sospesa sul Sebino – i visitatori e i turisti non potranno più sbarcare in bicicletta a causa di un’ordinanza emanata dal sindaco Fiorello Turla, che ne vieta il trasporto dall’esterno del territorio comunale. Sull’isola potranno circolare solo le bici dei residenti e quelle offerte dai tre noleggiatori locali, che faranno affari d’oro.
La decisione, si legge nel testo dell’ordinanza, è stata presa per “la sicurezza e tutela della pubblica e privata incolumità“, considerando che le strade comunali sono “di limitata larghezza”. Si tratterebbe di inibire l’accesso a circa 80 biciclette al giorno (2.100 al mese) che si distribuirebbero su una rete stradale lunga 25 km. I visitatori di Monte Isola dovranno insomma lasciare a casa la loro bicicletta per imprecisati “motivi di sicurezza”, che però sparirebbero miracolosamente una volta sbarcati a piedi sull’isola, dove potranno noleggiare una bicicletta (quelle disponibili sono oltre 130 ma costano un terzo in più che sulla terraferma) e farsi un giro.
L’amministrazione comunale ha svolto in questi anni un’intensa attività di propaganda delle bellezze del territorio isolano (le cui tradizioni, storie e paesaggi ne facevano già una meta di qualità) e, dopo la passerella del 2016, i visitatori sono cresciuti enormemente. Anziché riqualificare il meraviglioso territorio dell’isola lacustre più grande d’Europa, dotarlo di nuovi servizi (raccolta differenziata e isola ecologica efficiente, bagni e docce nelle spiaggette e pubblicizzazione dei percorsi per raggiungere tutte le 11 frazioni) l’amministrazione si è però limitata ad autoincensarsi e a spremere i visitatori con una tassa d’imbarco di un euro a persona, generando così 500mila euro di introiti l’anno.
I paesi della terraferma scoppiano di automobili parcheggiate selvaggiamente, pagando le conseguenze del flusso di turisti verso Monte Isola, che ne trae un improprio vantaggio senza condividerlo con i comuni limitrofi di Sulzano e Sale Marasino, che invece ne sopportano le maggiori conseguenze. Quella che doveva essere l’isola della sostenibilità ambientale, all’avanguardia nella qualità dei servizi, capitale dell’efficienza energetica e del turismo ecocompatibile, con questo provvedimento si sta mostrando incapace di gestire il successo.
Da affrontare ci sarebbe stata l’emergenza aria e rumore, visto che sull’isola circolano 1.600 scooter. Ad esempio con un robusto piano di incentivi per le bici elettriche. Il divieto alle biciclette “importate” aumenterà soltanto le automobili da parcheggiare a Sulzano e Sale Marasino, quindi la congestione che riduce la qualità della vita nei due comuni. Che effetti possono avere 80 biciclette e qualche monopattino elettrico su uno sbarco medio giornaliero di quasi 2mila pedoni e di 1.600 potenziali scooter dei residenti a Monte Isola? Si tratta di una decisione sconcertante, perché in nessun borgo europeo verrebbero respinte le biciclette. Altrove gli scooter hanno limiti di velocità maggiori, ci sono i sensi unici, i contingentamenti dei flussi e una cartellonistica degna di questo nome.
Solo 3 anni fa la Navigazione del Lago d’Iseo, che gestisce i battelli sul lago, aveva promosso per 6 mesi un’iniziativa che prevedeva il trasporto gratuito di bici e ciclisti dai paesi rivieraschi a Monte Isola, con il chiaro intento di sviluppare un turismo ecosostenibile, per apprezzare meglio il bellissimo paesaggio e mantenere l’ambiente il meno contaminato possibile. Ora invece le biciclette dovranno restare a casa. Cosa diranno i gestori dei camping del lago, pieni di stranieri che arrivano con la bicicletta, che non potranno usare nel loro tour programmato a Monte Isola per tutto agosto?