Unicredit-Mps, il giorno dopo. La borsa festeggia, i lavoratori si preoccupano. I titoli delle due banche sono entrambi saliti a piazza Affari (Mps +3,3%, Unicredit + 3,1%). La corsa sul listino della banca guidata da Andrea Orcel la dice lunga sui termini dell’operazione. Per Unicredit niente fardelli e niente rischi (che restano tutti in groppa allo Stato e ai contribuenti) ma solo i pochi asset pregiati della banca con tanto di incentivi all’acquisto. Oggi ci sono le prime valutazioni degli analisti, positive. Per Unicredit l’operazione la neutralità sul capitale (leggi: non si spende un centesimo), un accrescimento significativo dell’utile per azione, la protezione dai contenziosi legali e l’esclusione dei crediti deteriorati da qualsiasi transazione. “Nel complesso, si tratta di un’evoluzione positiva per UniCredit”, sottolinea ad esempio una nota della banca tedesca Berenberg che alza il titolo a ‘buy’ (comprare, ndr) e ritiene che se risultati degli stress test dell’Eba non dovessero essere favorevoli a Mps “potrebbero accelerare questo processo” la cui conclusione è già attesa per settembre.
A queste condizioni l’operazione avrà ricadute importanti sull’organico senese. Secondo fonti bancarie si parla di 5-6mila uscite, probabilmente da gestire attraverso pensionamenti e prepensionamenti, circa un quarto dell’organico della banca. Gli esuberi, viene riferito all’Ansa in ambienti bancari, verranno finanziati attraverso il fondo esuberi e dovrebbero essere tutti su base volontaria. Il costo dell’operazione, che rientra nell’ambito dei costi di ristrutturazione che verranno sostenuti dallo Stato per “vestire a nozze” Mps, dovrebbe aggirarsi intorno a 1-1,2 miliardi di euro, ipotizzando un costo medio per dipendente attorno ai 200mila euro.
“La potenziale acquisizione delle attività commerciali di Banca Monte dei Paschi di Siena, con un perimetro accuratamente definito e un’adeguata mitigazione dei rischi, è un’opportunità. Ha ribadito oggi l’amministratore delegato di Unicredit, Andrea Orcel in conference call con gli analisti. Il gruppo di Piazza Gae Aulenti ha “un enorme potenziale” che può essere sbloccato, assicura il manager che aggiunge “Durante le prossime settimane, eseguiremo una dettagliata due diligence” su Mps “e valuteremo la capacità di una transazione di soddisfare i prerequisiti concordati. Questo ci permetterà di definire la struttura dettagliata, i termini e il perimetro di ogni potenziale transazione e poi – e solo allora – decideremo se procedere”. “Mps è la migliore opzione e l’unica sul tavolo” ha detto in call con gli analisti, concludendo che “evitare gli esuberi non necessari è un’altra variabile chiave nella selezione del perimetro”.
“Ciò che emerge dalle comunicazioni ufficiali e dalle dichiarazioni che si sono susseguite è che la potenziale acquisizione ha come fondamento il significativo valore delle attività commerciali di Mps che consentirebbe di rafforzare il posizionamento competitivo di Unicredit in Italia, consentendo sinergie strategiche e operative”. Lo ha detto l’ad di Mps, Guido Bastianini, in un messaggio ai dipendenti. “Solo nelle prossime settimane, al termine di un accurato processo di due diligence e della verifica della sussistenza dei presupposti essenziali dell’operazione, sarà possibile conoscere i dettagli di una potenziale acquisizione” e rispondere alle “domande” che “tutti noi ci stiamo facendo” su “caratteristiche”, “tempistica” e “eventuali implicazioni lavorative” della fusione. Fondazione Cariverona, azionista di Unicredit con l’1,8% plaude alla mossa di Orcel. “Dal consiglio UniCredit è giunta una scelta importante e coraggiosa, Cariverona ha totale fiducia nella capacità di Orcel di valutare ogni possibile sviluppo strategico per il gruppo”, ha affermato il presidente Alessandro Mazzucco.
“Riteniamo indispensabile che il governo, azionista di maggioranza di Mps, discuta in Parlamento le ragioni dell’operazione e le prospettive della banca e avvii immediatamente un confronto con le organizzazioni sindacali e le istituzioni territoriali interessate”. Lo affermano Antonio Misiani, responsabile economia del Pd, e Simona Bonafè, segreteria Pd Toscana. “L’obiettivo generale di consolidare e rafforzare il sistema bancario italiano è certamente condivisibile. Gli elementi preliminari resi noti dalle parti non sono per il momento sufficienti per esprimere un giudizio compiuto sull’operazione UniCredit-Mps”. “Voglio valutare meglio tutti gli elementi prima di fare una dichiarazione”, afferma invece Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana.
Su Mps “noi è da tempo che stiamo chiedendo al Governo di attivare un tavolo”, sottolinea il segretario della Cgil Maurizio Landini che continua “Credo che a questo punto non sia più rinviabile. Come è noto noi siamo contrari all’idea dello spezzatino, perché questo vuol dire indebolire il sistema bancario del nostro Paese”. “La nostra posizione – ha concluso il leader della Cgil – è molto precisa e nelle prossime ore agiremo perché venga rapidamente convocato questo tavolo: se questo non avviene insieme alla categoria dovremmo decidere quali iniziative mettere in campo”.
Oggi intanto Mps ha registrato il peggior risultato tra le 50 banche europee sottoposte dall’Autortà bancaria europea (Eba) allo stress test (una simulazione della tenuta dei conti in scenari economici avversi, ndr). L’istituto senese, nello scenario avverso, vede il suo Cet1 ratio, principale indicatore di solidità patrimoniale, ridursi di 996 punti base passando dal 9,86% di fine 2020 a -0,1% del 2023.