“Servono trasporti dedicati agli studenti, voucher per l’uso di taxi, una mappa degli edifici pubblici che si possono adibire ad aule e poi basta con gli scaglionamenti e le disuguaglianze regionali”. Stavolta a pretendere chiarezza dal premier Mario Draghi e dal ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi non è qualche leader politico, né i sindacati, bensì Carla Garlatti, la Garante per l’infanzia e l’adolescenza. Lei non lo dice, com’è logico per una nomina politica-istituzionale (il suo nome è stato fatto dai presidenti di Camera e senato), ma fuor dalla diplomazia, la ex presidente del Tribunale dei minorenni di Trieste punta il dito contro ciò che ancora non è andato in porto e che sta mettendo a dura prova la ripresa delle lezioni a settembre. La Garante in una missiva di tre pagine, indirizzata al presidente del Consiglio Mario Draghi, all’inquilino di viale Trastevere, al presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga e al presidente dell’Associazione nazionale Comuni italiani Antonio Decaro, mette i puntini sulle “i”, sulle questioni che in questo momento cruciale sono sul tavolo di palazzo Chigi: l’uso dei mezzi pubblici e la ricerca delle aule necessarie per assicurare ancora il distanziamento raccomandato anche dal Comitato tecnico scientifico.

Carla Garlatti non fa paragoni con il passato anche perché è stata nominata lo scorso mese di gennaio ma guarda con attenzione agli stessi nodi sottolineati dall’ex ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina in un intervento a “In onda” su “La7” giovedì sera: “A giugno dello scorso anno avevamo il piano per la riapertura della scuola. Oggi non c’è ancora – ha detto l’ex ministra – Sono preoccupata perché i due miliardi che avevamo messo a disposizione per assumere i docenti e gli Ata per mantenere il distanziamento non ci sono più. Sui traporti se non si va all’80% di capienza non si riprende la scuola in presenza. E’ quello che è accaduto lo scorso anno”. Altro tema: “A scuola ci vai se hai le aule; noi l’anno scorso ne abbiamo ricavate 40 mila”. La Garante nella lettera a Draghi dice a gran voce che vanno adottate “strategie in via principale soprattutto in relazione al nodo trasporti e spazi scolastici”. “Dobbiamo garantire – scrive Garlatti – mezzi dedicati agli studenti. Tale soluzione potrebbe essere adottata anche attraverso apposite convenzioni con società di traporto privato che, in considerazione dell’attuale situazione di emergenza , al momento risultano sottoutilizzate”. Non solo. La Garante propone un altro intervento: “Forme di sostegno all’uso del traporto privato attraverso voucher da erogare, previa regolamentazione che preveda anche prezzi calmierati, agli studenti delle secondarie di secondo grado”.

Ma se lo scorso anno come ha detto l’ex ministra Azzolina erano state individuate 40mila nuove aule, ora non si sa quante siano quelle che saranno messe in campo: “Serve – scrive Garlatti – mappare gli edifici pubblici o appartenenti al privato sociale attualmente non utilizzati o sottoutilizzati e adibirli a aule attraverso apposite convenzioni, in modo da assicurare condizioni strutturali-logiche che consentano di evitare di penalizzare la didattica in presenza”. Parole messe nero su bianco con tutta l’accortezza possibile ma che celano numerosi interrogativi sull’azione di Governo. Ilfattoquotidiano.it ha interpellato la Garante per andare ancora più a fondo delle questioni. Carla Garlatti, non usa mai il sostantivo “ritardo” ma non nasconde che “ha sentito l’esigenza di manifestare preoccupazione di fronte alla necessità di un ritorno in classe in presenza”. E aggiunge: “Ho voluto stimolare il Governo con proposte concrete che finora non ho trovato scritte da nessuna parte”. Proprio sul piano Trasporti è lei stessa a confermarci di averne parlato anche con Bianchi: “Nel mese di marzo dello scorso anno avevo scritto una nota articolata al ministro che mi ha ricevuto il giorno dopo. E’ stato proposto un tavolo permanente che non è ancora stato avviato. Lo solleciterò presto”.

Da marzo ad oggi più nulla. Il professore ferrarese non ha più visto la Garante. “Non so se siamo in ritardo sulla questione traporti. Il Governo giustamente non comunica tutti i passi che fa ma mi auspico che vi sia una significativa erogazione di fondi su questo capitolo”. Garlatti dice che bisogna essere pronti per l’avvio dell’anno scolastico. Non si permette di fare previsioni ma fa capire che non si può andare oltre la fine d’agosto. Anche sulla questione spazi fa pochi giri di parola ma punta alla concretezza: “Spero che la mappatura che auspico sia a buon punto. Il lavoro di individuazione di spazi non usati va intensificato. La pandemia ha fatto emergere criticità che già c’erano: occasione per affrontarle ma serve tempo per superarle. Il problema della scuola è serio: non si dedica grande attenzione da parte di tutti e da sempre. Avevo auspicato un capitolo dedicato all’infanzia e all’adolescenza; qualcosa è stato fatto ma molto spezzettato”.

La Garante spiega anche la sua contrarietà sull’uso degli scaglionamenti: “Si è tornato a parlare di ingressi e uscite differenziate. E’ una criticità che va evitata. Il diritto allo sport in questi mesi è stato compresso. Molti ragazzi hanno perso l’unica attività che svolgevano al di fuori dell’aula non possiamo più permettercelo”. Nella lettera a Draghi e a Bianchi, la Garante non cita la questione vaccinazioni ma lo fa con ilfattoquotidiano.it: “Per i docenti è un dovere morale farla. L’eventuale introduzione dell’obbligo non è contraria alla nostra Costituzione. Spero che non si arrivi a tanto attraverso una campagna di informazione che convinca tutti. Va detto che nei mesi scorsi è mancata un’informazione corretta tale da evitare confusione”. Infine un appello accorato: “Su questa questione dell’immunizzazione vanno ascoltati i giovani. Lo si fa troppo poco. La loro opinione va tenuta in considerazione. Pensi che ci sono stati ragazzi che hanno fatto ricorso, contro i loro genitori, al tribunale dei minori per poter fare il vaccino”. Ora la palla passa nelle mani del premier e di Bianchi. Carla Garlatti non si aspetta di essere chiamata a palazzo Chigi nei prossimi giorni ma si augura che la sua lettera venga letta: “Magari sarò io a chiedere un incontro a Draghi a settembre”.

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