Da New York ad Hong Kong uno dei metodi usati per incoraggiare la popolazione a vaccinarsi non è più la paura di una morte orrenda o il contagio dei propri cari ma una vincita alla lotteria. Il motivo? E’ presto detto: per arrivare a convincere lo zoccolo duro di chi non vuole vaccinarsi ci vuole un messaggio positivo e la prospettiva di vincere qualcosa di sostanziale lo è. Siamo insomma passati dallo sticker su Instagram che i primi vaccinati ricevevano alla possibilità di vincere una Tesla o un appartamento di oltre un milione di dollari ad Hong Kong.
Ed è proprio ad Hong Kong che la lotteria dei vaccinati è particolarmente ricca, in palio ci sono lingotti d’oro, Rolex di diamanti ed un buono spesa di centomila dollari. In Russia invece si vincono motoslitte e nella Virginia licenze di caccia e pesca a vita. In Alabama, invece, ai vaccinati è permesso fare un paio di giri nel circuito da corsa delle auto. Man mano che la variante Delta infetta il globo i governi si sforzano di trovare il modo di infilare l’ago nel braccio della popolazione cosiddetta esitante, e cioè di coloro che non si fidano del vaccino vuoi perché non hanno fiducia nel governo, e questa è proprio la condizione di una grossa fetta della popolazione di Hong Kong rispetto a Pechino, o vuoi perché temono le conseguenze di un vaccino sperimentale.
Ma questa strategia funziona davvero? A volte sì ed a volte no.
Difficile avere dati sostanziali. Nelle ultime sette settimane, ad esempio, ad Hong Kong il numero dei residenti vaccinati si è raddoppiato arrivando a due milioni di persone e questo ha coinciso con una serie di incentivi concessi al settore privato. Allo stesso tempo uno studio condotto nell’Ohio riguardo al successo della lotteria per i vaccinati ha riscontrato che il tasso di vaccinazione è sceso rispetto alla media nazionale.
Dove i dati suggeriscono che gli incentivi funzionano, poi, è difficile capirne il perché. È solo l’idea di vincere qualcosa di interessante che spinge a vaccinarsi, o le persone sono anche motivate dalla pubblicità positiva che accompagna questo tipo di campagne? Gli esperti concordano che vale la pena provare la strada degli incentivi, perché la storia suggerisce che i messaggi sulla salute da soli non sono sufficienti. In ogni caso ormai la comunicazione della paura, o la comunicazione del rischio, è inefficace mentre in alcuni casi i messaggi positivi funzionano.
Una cosa è certa: gli incentivi devono tenere conto del contesto locale. La Carolina del Nord ha pagato 25 dollari a chi si vaccinava con la loro prima dose, che potrebbe sembrare piccola cosa ma è stato un incentivo significativo per i residenti a basso reddito.
A Hong Kong, dove ci sono abbastanza dosi gratuite per tutti a partire dai 12 anni, il numero di chi si vaccinava era basso, a causa della mancanza di fiducia nel governo sostenuto da Pechino e della preoccupazione per gli effetti collaterali. Ma oltre un milione di residenti con due dosi di vaccino si sono registrati per l’estrazione di un nuovo appartamento da 1,4 milioni di dollari offerto da Sino Group e Cinese Estates. Per farlo si sono vaccinati. Come tutte le lotterie dei vaccini la gestione è privata. L’amministrazione, sostenuta da Pechino, si appoggia alle imprese e alle istituzioni locali per convincere la gente a vaccinarsi con le lotterie.
Le imprese private locali, desiderose di non rimanere indietro rispetto agli altri centri finanziari, sono ben disposte ad offrire una serie di incentivi. Le estrazioni giornaliere per alcuni dei premi più piccoli, come gli iPhone, sono iniziate già a luglio, mentre quelle dei premi più grandi sono previste per agosto e settembre.
Chissà forse anche da noi i negozianti ed il settore privato sarebbero disposti ad offrire incentivi invece di dover controllare il green pass dei clienti.