Via le strisce bianche, ovvero le aree in cui non si paga per sostare, più strisce blu, quindi soste a pagamento, anche in strade e piazze a oggi non sottoposte a tariffa, e addio anche alla sosta agevolata che prevede un costo di 4 euro per otto ore. Non soltanto. Se dovesse essere rieletta, la sindaca punta a cancellare anche gli abbonamenti mensili e moltiplicare le agevolazioni per la sosta breve vicino a strutture sanitarie e ospedaliere. Il provvedimento riguarderebbe le zone uno e due del Pgtu (Piano generale del traffico urbano): un’area che comprende il I Municipio, all’interno delle Mura Aureliane, gran parte del Municipio II e una piccola porzione di Municipio XV. Obiettivo è “togliere le lunghe soste e lavorare sulle soste brevi per incentivare un ricambio e non la permanenza e l’occupazione di suolo”, ha spiegato Raggi illustrando il programma in occasione di un incontro con la Confcommercio di Roma. Quello che però sta accendendo gli animi degli abitanti del centro storico è l’idea di introdurre una “tariffazione pura anche per i residenti lungo alcuni assi ad alta densità commerciale” e “il rilascio a titolo oneroso del permesso per i residenti a partire dalla terza auto per nucleo familiare”, ha aggiunto Raggi.
LE PROTESTE DEI RESIDENTI. Non ci stanno i residenti del centro storico. “Ci sembra una proposta assurda e indecente far pagare il parcheggio, dal momento che già sosteniamo i costi per l’accesso ai varchi Ztl e non abbiamo alcuna agevolazione – spiega Viviana Di Capua, responsabile dell’Associazione Abitanti centro storico –. Con la pandemia abbiamo accettato che si invadessero le strade, i parcheggi e i marciapiedi, con i tavolini per aiutare bar e ristoranti a ripartire. Abbiamo chiesto di poter aver un ristoro sui costi sostenuti per la Ztl anche quando i varchi erano inattivi e ci è stato negato. E ora dovremmo pagare anche per il parcheggio. Anche al centro storico abitano anziani, disabili e madri che circolano con le carrozzine, come nel resto della città”. Altro rione, stessa musica. La presidente del comitato di quartiere Emergenza Trastevere, Simonetta Marcellini, pur ritenendo “accattivante” l’idea di “una stretta sugli accessi alle automobili al centro storico”, sostiene: “Già non ci spieghiamo perché dobbiamo pagare la Ztl per accedere alle nostre case. Dovremmo avere dei parcheggi riservati agli abitanti e gratuiti, rione per rione, considerato che già paghiamo la Ztl e finiamo ad avere gli stessi diritti di coloro che pagano il pass ma vengono da altri quartieri. È surreale che Raggi faccia questa proposta a fine consiliatura, e finora non si sia occupata dei problemi che abbiamo tra strade invase dai tavolini e mala movida”.
I CANDIDATI. In men che non si dica la proposta dalle piazze e dai bar del centro si è spostata nel cuore del dibattito elettorale. Il primo a criticare l’idea della sindaca è stato il candidato del centrodestra. “I parcheggi su strisce bianche, all’interno della zona dell’Anello ferroviario, non si toccano – afferma Enrico Michetti –. La possibilità di parcheggiare gratuitamente, laddove chiaramente sia possibile, è un diritto sacrosanto dei romani. Sono già molte le strisce bianche che sono state trasformate, in questi anni, in blu e quindi a pagamento. I nuovi provvedimenti devono andare a favore dei romani e non contro”. Per il candidato di Azione, Carlo Calenda, la sindaca parla di “aria fritta”. “È improprio e prematuro discutere di strisce bianche o blu senza coinvolgere, in alcun modo, i cittadini – dice Calenda –. E comunque qualsiasi intervento non può prescindere da un corposo aumento del trasporto pubblico locale, vera croce quotidiana per migliaia di romani. Altrimenti, è parlare di aria fritta come spesso ha fatto questa amministrazione negli ultimi cinque anni”.
In ogni caso, per ora, quella del Movimento 5 stelle è una proposta e riguarderebbe comunque la prossima consiliatura. Con il voto in autunno l’Assemblea capitolina al più tardi si scioglierà ad agosto e i tempi tecnici per un passaggio in giunta, e poi in Aula Giulio Cesare, non ci sarebbero: quindi l’ultima parola la diranno i romani alle urne.