L'incidenza torna a salire anche per via dell'esiguo numero di test effettuati, ma i contagi si mantengono sostanzialmente stabile rispetto a lunedì scorso. Crescono ancora invece i pazienti Covid in ospedale. Il caso Sardegna: la percentuale di occupazione delle terapie intensive nell'Isola è schizzata al 9 per cento
Sono 3.190 le persone risultate positive al Covid lunedì 2 agosto, frutto di appena 83.223 tamponi molecolari e antigenici processati nelle ultime 24 ore. Il tasso di positività, anche per via del basso numero di test effettuati, cresce fino al 3,8 per cento. Sono invece 23 i morti in un giorno. Ieri erano stati 5.321 i casi registrati, con un tasso di positività al 3,17%. Lunedì scorso, quando i tamponi erano solo 88mila, si registrarono 3.117 nuovi positivi e un’incidenza del 3,5%. Rispetto a una settimana fa, quindi, il numero dei contagi si mantiene tendenzialmente stabile, con un aumento molto contenuto.
I ricoverati in area medica sono invece 116 in più rispetto a domenica: nei normali reparti di ospedale è stata nuovamente superata la soglia dei 2mila pazienti Covid, adesso sono 2.070. I positivi ricoverati in terapia intensiva salgono a 249 in totale: il saldo tra entrate e uscite nelle ultime 24 ore recita +19. Gli ingressi giornalieri, secondo i dati del ministero della Salute, sono stati 25 (ieri erano 22). Gli attualmente positivi al Covid sono in tutto 93.017 (+1.667 rispetto a ieri). Da inizio pandemia i casi positivi registrati sono 4.358.533, mentre i decessi sono in tutto 128.088.
La Regione che registra il maggior numero di nuovi casi in termini assoluti è l’Emilia-Romagna con 560 positivi. Seguono il Veneto con 460 contagi e la Toscana con 452. Tra le altre Regioni più popolose, la Lombardia conta 326 casi, il Lazio ne segnala 292 e la Sicilia 262. Sopra quota 100 casi ci sono ancora la Sardegna (vedi sotto), oltre alla Campania con 194 nuovi contagi e al Piemonte che ha 138 casi nelle ultime 24 ore.
Caso Sardegna – Sfiora il 12% la percentuale di positività oggi in Sardegna. Precisamente l’11,9%, con 178 nuovi contagiati e 1494 tamponi processati. Ad aggravare il quadro generale, altri due ingressi in terapia intensiva per un totale di 19 ricoverati e due morti. I pazienti ricoverati in area medica sono 77 (+3 rispetto a domenica), 5195 sono i casi di isolamento domiciliare (+75 rispetto a ieri). E la percentuale di occupazione delle terapie intensive nell’Isola è schizzata al 9%, pericolosamente vicina a quel 10% che, combinato con gli altri parametri, fa scattare la zona gialla. Al momento il valore che garantisce la permanenza in zona bianca è la percentuale di occupazione dei posti letto nei reparti di area medica, ferma al 5% (il limite è fissato al 15 per cento). Mentre la Sardegna ha già da molto e abbondantemente superato la soglia dei 50 contagi ogni 100mila abitanti. Secondo una indagine commissionata dall’assessorato della Sanità Ats, il 99% dei ricoverati non è vaccinato.
I dati Agenas – La Sardegna – passata dal 5% al 9% in una settimana – è la Regione che vede la maggior crescita di terapie intensive occupate da pazienti Covid, secondo i dati del monitoraggio giornaliero dell’Agenas. È seguita da Lazio e Sicilia al 5%. Mentre per i ricoveri Covid nei reparti ordinari, le regioni in crescita maggiore sono Sicilia e Calabria, arrivate in una settimana rispettivamente al 10% e 9%, seguite dalla Campania al 6%. Secondo i nuovi parametri nazionali, la soglia critica è fissata al 15% per i ricoveri ordinari e al 10% per le intensive. A fine marzo le terapie intensive occupate da pazienti Covid a livello nazionale erano il 41% e i ricoveri in area non critica al 44%. Da allora, grazie all’accelerazione della campagna vaccinale, è iniziata una continua discesa. Da una settimana a questa parte, però, si sta assistendo a una risalita, in particolare in alcune regioni del Sud. Al Nord si mantengono invece valori al di sotto o uguali a quelli nazionali (pari al 3% per le intensive e al 4% per i ricoveri).