Il Garante per la Privacy ha multato la piattaforma di food delivery Deliveroo Italia per aver trattato in modo illecito i dati personali di circa 8mila rider. Le anomalie riguardano i metodi con cui Deliveroo raccoglieva un’ingente mole di informazioni riguardo ai suoi fattorini e gli algoritmi che gestiscono il meccanismo delle consegne a domicilio. La sanzione ammonta a 2,5 milioni di euro.
Sotto accusa è finito il modo in cui Deliveroo analizza la posizione dei propri fattorini attraverso la geolocalizzazione del dispositivo che utilizzano: l’Autorità ha riscontrato che le rilevazioni acquisiscono informazioni ben oltre il necessario per l’assegnazione di un ordine, come la posizione del rider ogni 12 secondi e la conservazione per sei mesi di tutti i percorsi fatti. La piattaforma raccoglieva anche le comunicazioni tra rider e l’assistenza clienti. Ancora, segnalava ogni momento in cui il gps registrava uno scostamento di pochi minuti dei tempi stimati per il ritiro del cibo dal ristorante, lo spostamento del rider e la consegna al cliente. Tutto questo, ha affermato il Garante per la Privacy, era in aperta violazione dello Statuto dei lavoratori e dell’accordo sindacale o dell’autorizzazione dell’Ispettorato del lavoro che regolano le attività lavorative in caso di controllo a distanza dell’operatore.
In una nota, l’Autorità specifica che il provvedimento è scattato anche a causa della riscontrata “mancanza di trasparenza degli algoritmi” utilizzati per la gestione dei rider, l’assegnazione degli ordini e la prenotazione dei turni di lavoro effettuati. La società dovrà fornire ai propri rider informazioni precise sul funzionamento del sistema e verificare periodicamente la correttezza dei risultati degli algoritmi per ridurre al massimo il rischio di effetti distorti o discriminatori. Insieme al pagamento della multa, quindi, il Garante si aspetta che Deliveroo corregga le violazioni riscontrate entro 60 giorni. Inoltre, ha concesso ulteriori 90 giorni per completare gli interventi sugli algoritmi.
La replica di Deliveroo non si è fatta attendere: “Le conclusioni dell’Autorità si basano sul vecchio sistema per la prenotazione che è stato dismesso nel 2020″, ha affermato la compagnia, specificando che le violazioni evidenziate “non rappresentano il modo in cui Deliveroo oggi lavora con i rider”. La piattaforma, conclude il comunicato, sta valutando “tutte le opzioni disponibili, compreso il ricorso”.