“Ho seguito le tue dichiarazioni”, dice la ministra Marta Cartabia al leader M5s Giuseppe Conte in uno scambio di pochi secondi a Bologna, durante la commemorazione per la strage del 2 agosto 1980. “Oggi andrà tutto bene“, risponde l’ex premier. Il riferimento è al voto sui due articoli (condensati dai 18 originari) che costituiscono la riforma del processo penale, in programma dalle 22.30 alla Camera, su cui il Governo ha posto la questione di fiducia. Ieri Conte ha arringato i propri eletti durante l’assemblea dei parlamentari: ha detto che quello ottenuto giovedì scorso non è un compromesso al ribasso, che l’impianto complessivo del testo è quello presentato dall’ex ministro Bonafede a marzo 2020. E ha stigmatizzato l’assenza di ben 41 deputati 5 stelle al voto sulle pregiudiziali di costituzionalità: “È vero che era domenica, che la nostra presenza non era fondamentale, ma noi la nostra forza politica la dimostriamo con la compattezza. Chi vuole bene al M5s partecipa alle votazioni“, ha detto. Tradotto: a partire da stasera i voti grillini non dovranno mancare.
In un’intervista al quotidiano La Stampa, lunedì, l’avvocato pugliese ha ribadito il concetto. “Nel nuovo corso del M5s la presenza compatta sarà la cifra della nostra forza”, ha detto, rispondendo alla domanda sulle eventuali defezioni in Aula. “Sulle assenze mi sono espresso ieri: non mi piacciono. Ma la fiducia è assicurata“. Ripercorrendo la trattativa che ha portato a escludere dalla tagliola processuale i reati di mafia e terrorismo (attraverso il meccanismo delle proroghe illimitate) Conte dice di non aver “mai pensato a causare una crisi di governo“. Ma rivendica: “Senza di noi, quei miglioramenti non ci sarebbero stati. Siamo stati chiari fin dall’inizio: il disegno originario della riforma, come evidenziato dai più autorevoli addetti ai lavori, avrebbe provocato un collasso della giustizia penale. E noi non potevamo permetterlo”.
Un risultato ottenuto, precisa, nonostante “un blocco di forze politiche che ha contrastato i nostri interventi, a partire – ripete – dalla Lega, che pubblicamente sostiene la lotta alla mafia e poi ha tentato di boicottarci in tutti i modi”. Conte si spinge a sostenere che sia “improprio parlare di riforma Cartabia, perchè per buoni due terzi resta la riforma di Bonafede: resta in piedi, infatti, il poderoso piano di assunzioni, mai concepito prima. Sono questi gli strumenti più efficaci per velocizzare i processi. Per il resto, come ho già detto, non è esattamente la riforma che avremmo fatto se fossimo stati da soli”. E per questo immagina già i correttivi: “Prometto a tutti i cittadini che, se alle prossime elezioni politiche ci daranno ampia fiducia con il loro voto, il M5s si farà garante di ulteriori interventi migliorativi, se serviranno. Il principio di legalità, il contrasto alla mafia, alla corruzione e ai reati ambientali sono per noi valori assoluti“.