Luis Figo? “Un figlio di puttana”. Cristiano Ronaldo? “Un idiota”. Raul Gonzalez e Iker Casillas? “Due truffatori”. Guti? “Un asino”. Josè Mourinho? “Un viziato anormale”. Vicente Del Bosque? “Un cretino che non sa nulla, né di tattica né a livello atletico”. Non è un resoconto dell’odio da tastiera sui social media, ma un piccolo estratto di alcune telefonate fatte dal presidente del Real Madrid Florentino Perez e pubblicate un paio di settimane fa dalla rivista web El Confidencial. In Spagna è l’estate dei “Florenleaks”, come sono stati definiti i nastri che hanno scatenato un tumulto in tutto il paese. Si tratta però di materiale vecchio, relativo al periodo di mezzo tra la prima presidenza Perez (2000-2006) e la seconda, iniziata nel 2009 e tuttora in corso. La domanda sorge spontanea: perché è uscito solo adesso?

La figura chiave nella questione è rappresentata dal giornalista José Antonio Abellán, un tempo vicino a Ramón Calderón, l’avvocato che tra il 2006 e il 2009 rivestì la carica di presidente del Real Madrid, prima di essere costretto alle dimissioni per presunte illegalità avvenute durante un’assemblea dei soci. Da anni Abellán è in possesso di questo materiale, rifiutato a suo tempo sia da AS (per tre volte, come dichiarato recentemente dall’ex direttore Alfredo Relaño) che dal filo-Barcellona Mundo Deportivo, e che lo stesso giornalista non ha utilizzato per il suo libro sul Real Madrid pubblicato sei anni fa (il titolo: Asalto al Real Madrid: Diario de 838 días y noches al límite) e nel quale Florentino Perez non veniva certo trattato con i guanti. Una cosa è certa: non esiste alcun dubbio sulla veridicità degli audio, tanto che nella replica ufficiale del Real non c’è alcuna traccia di smentita riguardante le frasi attribuite a Perez, il quale – si legge nel comunicato – “si riserva di studiare con i propri legali le possibili azioni da intraprendere”. A oggi nulla è stato recapitato alla sede di El Confidencial, mentre Abellán è stato accusato di aver chiesto a suo tempo 10 milioni di euro al vice-presidente del Real Eduardo Fernández de Blas per cancellare le registrazioni. Ma in questi dieci anni non è stata presentata alcuna denuncia per estorsione nei confronti del giornalista.

Ovviamente i pesanti insulti indirizzati a buona parte dei giocatori che costituiscono la recente hall of fame delle Merengues hanno rappresentato il pezzo forte dei “Florenleaks”, uniti a qualche sparata più consona a un rozzo frequentatore di bar piuttosto che a un uomo da affari che ambisce a creare una Superlega. Due quelle più clamorose: il fastidio nei confronti dei giocatori della Quinta del Buitre (Butragueño, Sanchis, Martin Vázquez, Michel) che, una volta ritirati, “pretendono di vivere sulle spalle del Real Madrid finché muoiono”; oppure Casillas “che non vede bene da lontano e ha bisogno di un’oculista”. Frase, quest’ultima, pronunciata tra l’Europeo 2008 e il Mondiale 2010 vinti dalla Spagna con il portiere madridista titolare e decisivo (chiedere ad Arjen Robben per informazioni). Ma oltre al linguaggio triviale che rende Perez un Jesus Gil y Gil in giacca e cravatta (così El Confidencial), i nastri offrono anche uno spaccato sul dietro le quinte del mondo del calcio: i giochi di potere, le porte sbattute in faccia alle leggende del Real, le prime dimissioni di Florentino, le epurazioni tra i giornalisti e i personaggi del mondo madridista collocati all’interno dei media. Se da un lato i “Florenleaks” gettano uno sguardo sul lato nascosto del sobrio ma ambiziosissimo uomo d’affari che ha cambiato il calcio spagnolo, dall’altro dipingono un quadro poco edificante a livello politico e gestionale.

Eppure rimane difficile capire come i nastri di Abellán possano colpire politicamente Perez. Per le elezioni alla presidenza arrivano fuori tempo massimo, visto che alla mezzanotte dello scorso 13 aprile, limite massimo per presentarsi alla consultazione, non era pervenuta alcuna candidatura oltre a quella di Florentino. Ci aveva provato il 32enne imprenditore nel settore dei pannelli solari Enrique Riquelme a raccogliere, nel giro di dieci giorni, una cifra pari a 92 milioni di euro, utile per presentare una fideiussione pari al 15% del fatturato del club, requisito indispensabile – secondo regole stabilite proprio da Florentino Perez – per potersi presentare alle elezioni. Un tentativo terminato con il ritiro di Riquelme dalla corsa e la rielezione di Perez per i prossimi cinque anni. Subito dopo è arrivato il progetto Superlega, che a dispetto del (temporaneo) fallimento non ha prodotto scossoni in seno alla dirigenza del Real, come invece avvenuto in altri club. Un progetto accantonato ma non affossato (“nessun club ha messo sul tavolo la penale prevista da regolamento per abbandonare la Superlega”, ha recentemente dichiarato Florentino), e difficilmente una sequela di epiteti non propriamente edificanti disseminati tra ore di conversazioni telefoniche sembra possano creare chissà quali danni al presidente, se non a livello di immagine.

Non è la prima volta che Perez si trova sotto attacco, ma dalle critiche ne è sempre uscito indenne. Il lato sportivo è il suo alleato più prezioso, basti pensare alle quattro Champions League vinte negli ultimi dieci anni e all’intuizione Zidane in panchina. Ci sono società che hanno speso molto di più del Real Madrid e vinto meno della metà. Senza entrare nel dettaglio di un bilancio in perdita strutturale (altrimenti che bisogno ci sarebbe della Superlega?), il Real è il top club che vanta il miglior saldo acquisti/cessioni degli ultimi dieci anni, con una perdita di 242,70 milioni di euro. Una cifra lontana dalla top 10 che vede primeggiare il Manchester City (-999,70), seguito da Manchester United (-946,40), Paris Saint Germain (-883,40), Barcellona (-566,90), Juventus (-474,20), Arsenal (-472,00), Chelsea (-462,70), Milan (-453,80), Bayern Monaco (-397,30) e Liverpool (-389,30). Da notare come sei delle menzionate dieci squadre vantino zero Champions nel periodo preso in considerazione. Ovviamente i “Florenleaks” danno fastidio, ma rischiano di assomigliare a un nugolo di zanzare in una serata estiva in riva al lago. Pungono in continuazione ma, una volta arrivato l’autunno, chi se le ricorda più?

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