Via libera definitivo del Senato al decreto sulla cybersicurezza nazionale. Il provvedimento è passato con 204 voti favorevoli, tre i contrari e 23 gli astenuti. Il decreto – che mette ordine nella giungla delle 23 autorità che si occupano della sicurezza informatica – prevede l’istituzione dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale e pone il presidente del Consiglio al vertice dell’architettura, essendo sua prerogativa la direzione e la responsabilità delle “politiche” legate al tema.

L’iter di approvazione ha dovuto superare qualche curva perché, rispetto alle intenzioni del presidente del Consiglio, che avrebbe voluto un controllo serrato sul nuovo organismo, insieme al Copasir – in esclusiva rispetto al resto del Parlamento – il testo ha avuto importanti ritocchi nelle commissioni Affari costituzionali e Trasporti.

Nella sua formulazione definitiva il testo prevede che spetti al premier nominare i vertici dell’Agenzia, informando preventivamente il Copasir e le Commissioni parlamentari competenti. Il decreto, inoltre, istituisce il Comitato interministeriale per la cybersicurezza che avrà tra i suoi compiti quello di consulenza e vigilanza sul settore. All’Agenzia toccherà invece predisporre la strategia nazionale e sotto la sua direzione finiscono il Computer security incident response team e il Centro di valutazione e certificazione nazionale.

La sicurezza cibernetica – di grande attualità in questi giorni a causa dell’attacco che ha mandato in down il centro dati della Regione Lazio – costituisce, viene evidenziato nel dossier parlamentare dedicato al provvedimento, uno degli interventi previsti dal Pnrr (la cybersecurity, viene ricordato, è uno dei 7 investimenti della digitalizzazione della Pubblica amministrazione). E all’investimento mirato alla creazione ed al rafforzamento delle infrastrutture legate alla protezione cibernetica del Paese sono destinati circa 620 milioni di euro.

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