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Gianni Morandi: “La felicità? La nascita dei figli… Marianna, la mia prima figlia. In realtà è la mia seconda: c’era stata Serena”

Il cantante di Monghidoro si è raccontato al Corriere della Sera, tra momenti di gioia, alcuni meno belli e una consapevolezza: "Io voglio sempre comunicare qualcosa di positivo. Anche se ho un malessere, non ne parlo, perché trasmetterlo agli altri? A volte è uno sforzo, ma ci provo. Anche perché ho avuto fin troppi regali dalla vita..."

Gianni Morandi si è raccontato al Corriere della Sera per l’iniziativa che il quotidiano fa con Radio Italia, l’Artista day, dedicato stavolta proprio al cantante di Monghidoro. E ha parlato dei momenti felici: “La nascita dei figli. La gioia di quando è venuta al mondo Marianna, la mia prima figlia. In realtà è la mia seconda: c’era stata Serena, ma ha vissuto solo otto ore. Mio padre temeva che il cognome finisse con me, poi però ho avuto Marco, che a sua volta ha tre maschi e dopo è arrivato Pietro… insomma, ci sono innumerevoli Morandi”. Gianni ha “confessato” anche “la dura via” del corteggiamento di sua moglie Anna che ha conquistato con un po’ di fatica perché lei “era molto single, di quelle che stanno bene e non vogliono legarsi…”. Ancora, la difficoltà che si trova per conservare “L’allegria” (titolo del brano scritto per lui da Jovanotti), in certi casi: “da una figlia persa appena nata all’incendio di qualche mese fa”. Eppure una certa positività di fondo, Gianni Morandi ce l’ha sempre: “Se gli dicevi (a suo papà, ndr) che avevamo piantato del grano e che sarebbe arrivato un bel raccolto, lui rispondeva che una bufera poteva sempre arrivare spazzare via tutto… Io voglio sempre comunicare qualcosa di positivo. Anche se ho un malessere, non ne parlo, perché trasmetterlo agli altri? A volte è uno sforzo, ma ci provo. Anche perché ho avuto fin troppi regali dalla vita: chissà quante persone ci sono che cantano meglio di me, più preparate di me, che hanno una voce migliore della mia e non hanno raggiunto neanche un terzo di quello che ho avuto io. Non posso non considerare tutto quello che ho avuto in dono“.