Politica

M5s, il sì degli iscritti al nuovo statuto. Conte: “Punto di ripartenza, questo progetto politico-sociale segna il nuovo corso”. Giovedì e venerdì il voto per eleggerlo presidente

Oltre 60mila votanti, l’87% a favore. Crimi: “Il 5 e 6 agosto consultazione per eleggere il presidente”. Il post del leader in pectore: “Crediamo nella democrazia partecipata quale motore per dare ancora più forza alla nostra presenza sui territori e nelle istituzioni. Abbiamo un grande lavoro da fare”

Il Movimento 5 Stelle ha un nuovo statuto. Lo hanno deciso gli oltre 60mila iscritti (60.940 su 113894 aventi diritto) che hanno votato sulla piattaforma Skyvote sulle modifiche proposte dall’ex premier e leader in pectore Giuseppe Conte. Oltre l’87% si è espresso a favore (53.238), mentre i contrari hanno raggiunto la quota del 12%. Un plebiscito per l’avvocato pugliese, che ora si appresta ad affrontare la seconda votazione, quella sul presidente del Movimento: come annunciato dal reggente Vito Crimi, l’elezione si terrà sempre online dalle 10 di giovedì 5 agosto alle 22 di venerdì 6 agosto. Quest’ultimo sarà ufficialmente il passaggio che, salvo colpi di scena, incoronerà ufficialmente Giuseppe Conte leader del movimento fondato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. “Il voto di oggi non rappresenta un punto di arrivo, ma di ripartenza” ha scritto l’ex premier in un post su Facebook dopo l’ufficialità del risultato, che è arrivato in una giornata in cui Conte ha ottenuto due vittorie: il sì convinto della base alle sue proposte di statuto e la tenuta del Movimento nella votazione alla Camera sulla legge Cartabia. Domenica, si ricorderà, i deputati grillini erano usciti dall’aula quando si era trattato di votare le pregiudiziali di costituzionalità della riforma: una mossa non gradita all’ex premier, che aveva rilanciato chiedendo compattezza nel voto odierno. E così è stato, con il gruppo sostanzialmente unito in favore della riforma della giustizia e soli 16 assenti.

La soddisfazione di Conte – “Oggi è un grande giorno, una grande festa di partecipazione democratica, in particolare per tutti coloro che si riconoscono nel progetto politico-sociale che segna il nuovo corso del Movimento 5 Stelle – ha scritto Conte in un post su Facebook – Si è appena conclusa la votazione degli iscritti. È stato superato il quorum in prima convocazione e il nuovo Statuto, insieme alla Carta dei Princìpi e dei Valori, sono stati approvati dal 87,36% degli iscritti”. Dopo i ringraziamenti di rito a chi ha votato e a Vito Crimi, Conte ha analizzato e spiegato il significato del voto: “Con il nuovo statuto il Movimento si dota di una nuova struttura, con nuovi organi e nuovi ruoli, con nuove norme utili a regolare la vita interna e i rapporti verso l’esterno – ha spiegato – Molti principi sono invece confermati, valorizzati e rafforzati: tra questi quello della democrazia diretta e partecipata, che resta elemento fondativo della nostra comunità. Siamo quello in cui crediamo – ha aggiunto Conte – Crediamo nella democrazia partecipata quale motore per dare ancora più forza alla nostra presenza sui territori e nelle istituzioni. Il voto di oggi non rappresenta un punto di arrivo, ma di ripartenza. Abbiamo un grande lavoro da fare, e come sempre dobbiamo farlo tutti insieme. Coraggio!”.

Crimi: “Statuto pietra miliare” – Soddisfazione anche dalle parole di Vito Crimi, colui che ha presentato ufficialmente i risultati della votazione su Skyvote nel corso di una diretta Facebook in tarda serata: “Lo statuto è una pietra miliare perché trasforma uno strumento puramente organizzativo in una identità. Ci dà una identità e questa è una novità” ha detto il senatore, secondo cui “le proposte di Giuseppe Conte daranno nuovo impulso al M5S”. Dopo aver sottolineato il “momento di grandissima democrazia“, Crimi ha reso noto che nel corso della votazione “ci sono stati numerosi tentativi di attacco, e sono stati continui ma l’infrastruttura di SkyVote ha respinto qualsiasi tentativo di intrusione“. L’ok alla modifica dello statuto già in prima convocazione non era mai avvenuta nella storia delle votazioni del M5S, e per il presidente del Comitato di Garanzia M5S, Vito Crimi, “è la dimostrazione del valore che viene dato a questo statuto”. A votare nella prima giornata erano stati 35.200 attivisti, mentre oggi si sono collegati per votare 25740 iscritti.

Cosa succede da sabato – L’ex premier, una volta incoronato leader nelle consultazioni online del 5-6 agosto, dovrà presentare il suo organigramma composto da vicepresidenti, consiglieri nazionali e referenti dei comitati istituiti dal nuovo Statuto. Tra i big la corsa per ottenere ruoli rappresentativi è iniziata. Paola Taverna e Stefano Buffagni – tra i primi ad applaudire il voto allo Statuto – hanno possibilità, come Lucia Azzolina, Chiara Appendino. Luigi Di Maio e Roberto Fico, che scelgono di non intervenire per ora, potrebbero invece rivestire il ruolo di saggi nel Comitato di Garanzia proposto da Beppe Grillo.

La lettera agli assenti in aula a luglio – Da neo-leader Conte avrà subito una grana: usare il bastone o la carota con i due deputati – Frusone e Vianello – che hanno espresso voto contrario al ddl sul processo penale martedì alla Camera, oltre che ne confronti dei 16 “assenti non giustificati” in occasione del voto sul provvedimento. E proprio nel giorno della fiducia alla Camera della riforma del processo penale, è stata recapitata ad alcuni deputati pentastellati una lettera da parte del Comitato direttivo del Movimento in cui si chiede entro giovedì di “fornire una congrua ed esaustiva delucidazione” dopo che lo scorso 23 luglio non hanno preso parte alla votazione sulla questione di fiducia e su quella finale sul Dl Semplificazioni. Nella lettera si ricorda infatti che l’assenza a votazioni politicamente ed istituzionalmente rilevanti “si pone in contrasto con i principi di partecipazione e di responsabilità, nell’ambito della leale collaborazione tra i componenti del nostro gruppo parlamentare”. La presa di posizione del Comitato direttivo, da quanto si apprende, avrebbe prodotto un certo malumore tra le truppe, e non solo tra i destinatari della lettera. Il metodo adottato per la richiesta di chiarimenti non sarebbe infatti piaciuto tra le file grilline. Da capire adesso se lo stesso copione verrà adottato anche per le assenze che si sono verificate al Senato, e per le votazioni di questi ultimi giorni sempre a Montecitorio sulla riforma Cartabia.