Ha perso la vita rimanendo incastrata in una macchina fustellatrice utilizzata per il packaging di cartone di prodotti da forno e pasticceria. La vittima è Laila El Harim, una donna di quarant’anni di origini marocchine. L’incidente è avvenuto la mattina del 3 agosto intorno alle 8:30, nello stabilimento della Bombonette di Via Panaria a Camposanto in provincia di Modena. Residente in Italia da vent’anni e assunta dall’azienda da pochi mesi, la donna viveva a Bastiglia nella bassa Modenese con il compagno e la figlia di quattro anni.
La donna aveva appena iniziato il suo turno di lavoro alla Bombonette, quando è stata risucchiata dal macchinario in funzione. Nonostante il tempestivo intervento dei vigili del fuoco e dei sanitari del 118, per la lavoratrice non c’è stato nulla da fare. In seguito alle ricostruzioni effettuate dai carabinieri di Modena e dall’Ausl, insieme all’Ispettorato Territoriale, la Procura di Modena ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, sequestrando il macchinario che ha causato la morte della donna. Saranno fatti accertamenti in relazione alle condizioni di sicurezza sul lavoro.
A pochi mesi dalla morte di Luana D’Orazio, l’operaia 22enne originaria di Pistoia che ha perso la vita lo scorso maggio rimanendo impigliata nel rullo di un macchinario tessile in una fabbrica a Prato, l’incidente che ha coinvolto El Harim ha riacceso il dibattito e l’allarme riguardo alle morti sul lavoro. Il numero degli infortuni mortali sui luoghi di lavoro cresce inesorabilmente ogni anno: secondo l’Inail a maggio 2021 sono stati 306, il 9,3% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. “La sicurezza sul lavoro rimane una grande emergenza nazionale” ha commentato con un tweet il segretario della Cisl Luigi Sbarra. “Dove sono i controlli delle istituzioni e la prevenzione delle aziende? È una vergogna” conclude il segretario. La sindaca di Bastiglia Francesca Silvestri ha voluto ricordare El Harim con un post su Facebook: “Era una donna, una mamma e una lavoratrice. Oggi è un giorno triste” ha scritto la prima cittadina.