Lo sciagurato fine delle privatizzazioni, che consiste nel dare i guadagni a singoli privati e le perdite all’intera collettività degli italiani, è stato perseguito, non solo attraverso svendite di ogni tipo, ma molto più subdolamente attraverso il sistema delle concessioni a lungo termine.

Abbiamo visto quanto è successo a proposito delle autostrade.

Oggi arriva la notizia che, con un semplice messaggio su WhatsApp, la multinazionale Logista, di origine spagnola, ha delocalizzato la propria impresa di Bologna licenziando 100 lavoratori, che, d’improvviso, all’inizio delle ferie, si sono trovati sul lastrico.

È da notare che l’obiettivo di privatizzare, attraverso concessioni, passa attraverso la costituzione di Agenzie pubbliche dotate di piena autonomia e sottoposte a una inidonea vigilanza ministeriale.

Le agenzie esistenti sono quella delle Entrate, quella del Demanio e quella delle Accise, Dogane e Monopoli, quest’ultima istituita dal governo D’Alema il 30 luglio 1999 con decreto legislativo n. 300, in attuazione dell’articolo 11 della legge numero 57 del 14 marzo 1997 (governo Prodi).

Queste agenzie molto spesso firmano atti di concessione che favoriscono le multinazionali e danneggiano i lavoratori, come nel caso appena citato.

Il fatto è gravissimo, e non è l’unico che si è verificato. È indispensabile che il governo Draghi, anziché gingillarsi con inutili discussioni per rendersi gradito all’Europa, si impegni realmente nel risolvere i gravi problemi economici che stanno aumentando a dismisura i licenziamenti, violando il cardine su cui poggia la Repubblica, e cioè il lavoro, facendo in modo, ricorrendo anche al golden power, che tali immense sciagure abbiano fine.

Siamo arrivati all’assurdo che, attraverso alchimie giuridiche, il monopolio dei tabacchi è passato dallo Stato alle multinazionali. Un vero crimine, anche se manca una definizione giuridica per la sua configurabilità in reato.

Sottolineo che il caso delle delocalizzazioni pone in chiara evidenza che persino nel settore dei monopoli di Stato l’interesse individuale delle multinazionali riesce a prevalere sull’interesse al lavoro e alla vita del Popolo italiano, il quale, nonostante la sua proclamata sovranità, perde terreno ogni giorno, facendo in modo che la sua sovranità passi fraudolentemente e legalmente nella mani della speculazione internazionale.

Questo scandalo deve finire e anche i sindacati non devono accontentarsi di soluzioni transeunti e di scarso rilievo, ma devono organizzarsi sul piano nazionale per ricostituire le fondamenta della Repubblica e cioè il lavoro, la cui distruzione coincide perfettamente con la distruzione dello Stato democratico. Ed è per questo che continuo a ripetere che è urgente dare attuazione agli articoli 1, 2, 3, 4, 9, 11, 41, 42 e 43 della nostra Costituzione repubblicana e democratica.

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