A meno di un mese dai primi collegi docenti non c’è ancora un piano. E non sono stati convocati tavoli regionali per la logistica. Un anno fa il ministero guidato da Azzolina aveva garantito la disponibilità di 40mila aule in più e di un organico aggiuntivo per le classi “divise”. Ecco il confronto
A un mese dal primo collegio docenti il “Piano Scuola” non è ancora ufficiale. Il protocollo sulla sicurezza non è stato siglato con le organizzazioni sindacali. Non esiste alcun tavolo regionale di coordinamento che permetta di capire con precisione quante aule mancano all’appello. Non ci sono cantieri nelle scuole: si annunciano per le prossime settimane, ma il tempo stringe. Sul distanziamento restano le incertezze dei presidi in merito alla “raccomandazione” del Comitato tecnico scientifico che non prevede alcun obbligo lasciando la palla ai presidi. Questo è lo stato dell’arte ai primi di agosto. Ma a descrivere l’inerzia del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi sono soprattutto i numeri: il confronto con le date dei provvedimenti presi dal governo Conte e le cifre degli investimenti fatti. Lo scorso anno, di questi tempi, lo schema per la ripartenza era già tracciato dal ministero allora guidato da Lucia Azzolina. Era un’altra stagione. Il periodo in cui l’emergenza pandemica aveva colto tutti di sorpresa era da poco alle spalle. Le incognite c’erano anche allora, su tutte la minaccia di una seconda ondata, ma il cronoprogramma del governo di allora non sembrava abbastanza, tanto che non mancavano gli attacchi della grande stampa e della politica all’indirizzo della ministra 5 Stelle. Guardando alla cronaca dei fatti, però, l’ex ministra a inizio agosto aveva già avviato ciò che finora Bianchi ha solo annunciato.
IL COORDINAMENTO CHE NON C’E’ – Il “Piano Scuola” era stato approvato con il parere delle Regioni il 26 giugno 2020 (per il prossimo anno scolastico è atteso, domo molti rinvii, questa settimana). A luglio e ad inizio agosto erano iniziati i tavoli regionali di coordinamento con enti locali, assessori all’istruzione regionali, sindaci, sindacati, associazioni dei genitori e degli studenti. Nulla di tutto ciò è accaduto con il ministro ferrarese, tanto che il movimento italiano genitori in questi giorni si è fatto sentire: “Ci spiace rilevare il fatto che il ministro, dal suo insediamento, non abbia ancora convocato i genitori al tavolo del Miur. Un segnale di attenzione che fino a oggi è mancato, e che – ci auguriamo – verrà presto recuperato”.
GLI ATTACCHI PREVENTIVI AD AZZOLINA – Eppure allora, già a fine giugno, subito dopo la presentazione del piano, tv e giornali vedevano nero: “Caos scuola, flop delle Linee guida Azzolina, bocciate da studenti, docenti e presidi. L’opposizione attacca. Salvini: linee fumo e zero arrosto. Meloni: la ministra come Ponzio Pilato”, era un titolo, il 27 giugno, dell’agenzia Agi. Il 3 agosto, esattamente un anno fa, Linkiesta non salvava nulla di quella che veniva definita “la surreale gestione di Lucia Azzolina, la cui scuola a settembre forse apre o forse no”. In un’intervista a ilfattoquotidiano.it, il 21 agosto, l’ex ministra Valeria Fedeli, alleata di Governo, tuonava: “Azzolina è confusa, fa slogan. Il governo rischia la crisi sulla scuola”. Per Il Giornale, ad anno scolastico non ancora iniziato, il 2 settembre, Azzolina era “ministro dei disastri”.
PERSONALE AGGIUNTIVO? CAPITOLO DEFINANZIATO – Intanto, però, il 6 agosto era andato in porto il protocollo sulla sicurezza che finora è in alto mare. Anche sui fondi messi sul piatto va registrata qualche differenza. Il Governo Conte II aveva investito 1,8 miliardi per assumere l’organico Covid, costituito da docenti e personale Ata: 70 mila persone utili a sdoppiare le classi, quindi rendere le aule meno sovraffollate. Ora cosa succederà? Sono stati stanziati 400 milioni per attivare ulteriori incarichi temporanei di personale Ata e docente, in particolare per il recupero degli apprendimenti e serviranno ad avere questi maestri e professori solo fino al 30 dicembre prossimo. Il meccanismo, rispetto allo scorso anno, sarà diverso. La ministra Azzolina aveva deciso di fare una deroga al Decreto 81 firmato in epoca Gelmini in merito alla formazione delle classi, per acconsentire allo sdoppiamento. Con Bianchi, questa eccezione non ci sarà ma i finanziamenti verranno dati agli uffici scolastici regionali che li stanzieranno alle scuole per fare progetti di potenziamento e recupero. In pratica non si potranno sdoppiare le classi usando queste persone ma il personale in più potrà sostenere il lavoro degli insegnanti disciplinari. Un’idea che preoccupa il segretario Flt Cgil Francesco Sinopoli: “L’eventuale eliminazione di questo personale aggiuntivo non va sottovalutata, rischia di costringere le scuole a ricomporre classi già sdoppiate l’anno scorso, in assenza di vaccinazione degli alunni e senza alcuna garanzia di distanziamento”
EDILIZIA SCOLASTICA E NUOVI SPAZI: NON SI SA NULLA – Il 7 luglio 2020 era stata pubblicata la graduatoria per gli enti locali per i fondi destinati all’ edilizia scolastica leggera: 661 milioni erano stati investiti per fare lavori “leggeri “ricavando 40mila aule in più e dando da lavorare anche a molte imprese. Il numero uno di viale Trastevere del Governo Draghi con il primo “Decreto Sostegni” ha stanziato 150 milioni di euro per garantire lo svolgimento della didattica in sicurezza (sono risorse che hanno consentito di fare interventi anche di miglioramento delle scuole, ad esempio digitalizzazione delle aule, interventi su porta finestre). Con il secondo “Decreto Sostegni” sono stati messi a capitolo 350 milioni per garantire la sicurezza negli ambienti scolastici (da usare sia per mascherine e igienizzanti sia per interventi su aule ad esempio aerazione, digitalizzazione, migliorie di piccola edilizia leggera). In totale 500 milioni che, va precisato, non sono solo per l’ edilizia. A disposizione degli enti locali c’è poi una mappatura degli edifici inutilizzati da mettere a disposizione delle scuole: un lavoro fatto dal ministero guidato da Azzolina attraverso un monitoraggio concluso nel mese di agosto 2020. Ora potrebbe essere rimesso in campo, ma finora non se ne ha notizia. D’altro canto ad oggi l’assenza dei tavoli di coordinamento regionali non permette una regia efficace. Dal ministero precisano che “quanto al numero di lavori che verranno effettuati questa estate, come lo scorso anno, sarà possibile cominciare a fare un “consuntivo” a partire da settembre”. Nulla di certo per ora. Mentre si va verso uno stanziamento di ulteriori 200 milioni per l’edilizia leggera che, come lo scorso anno, potranno essere utilizzati per altri interventi. Peccato che il calendario segni già il mese di agosto e per metà settembre (con le ferie di mezzo che bloccano anche le imprese) dev’essere tutto pronto. Non si può certo immaginare di avviare dei lavori in una scuola mentre si tengono le lezioni ed entrano ed escono gli studenti.
VACCINI E DISTANZIAMENTO, DOPPIO CASO – Il ministro ha puntato tutto sulle vaccinazioni dei ragazzi dai 12 ai 18 anni e su quelle del personale scolastico che ancora non ha alcuna dose. Una questione di non poco conto. Al 2 agosto ancora non si è deciso nulla in merito all’obbligo del vaccino per queste due categorie. Il Governo continua a rinviare e sembra puntare tutto sulla campagna di sensibilizzazione che potrebbe non servire a convincere tutti. E soprattutto, anche in questo caso, i tempi sono strettissimi. Un tema legato al nodo del distanziamento che l’ex ministra aveva chiarito già a giugno “ubbidendo” alle direttive del Cts di Agostino Miozzo che chiedevano un metro da bocca a bocca. Va ricordato che un anno fa i vaccini non erano ancora disponibili. Il distanziamento, ora, è un caso. Perché a fine giugno, mentre dal Cts filtrava una linea orientata all’obbligo di distanziamento, il ministro Bianchi insisteva nel dire che si sarebbe tornati in presenza senza didattica a distanza (evidentemente incompatibile, data l’assenza di strutture alternative, con il distanziamento). Così da viale Trastevere partiva una richiesta di chiarimenti al Cts. E il Comitato risponde lasciando libertà di scelta con una certa ambiguità e scaricando le valutazioni sui dirigenti: “Laddove non sia possibile mantenere il distanziamento fisico per la riapertura delle scuole, resta fondamentale mantenere le altre misure non farmacologiche di prevenzione, ivi incluso l’obbligo di indossare nei locali chiusi mascherine di tipo chirurgico”.
I TRASPORTI, NOTA DOLENTE DEL 2020 (E NULLA SEMBRA CAMBIATO) – Infine, c’è il tema dei trasporti sul quale anche la ministra Azzolina era scivolata. Sempre nel Decreto “Sostegni bis” sono previsti 450 milioni per potenziare i servizi aggiuntivi di trasporto scolastico. Le scuole potranno inoltre accedere al fondo di cinquanta milioni destinato a finanziare anche i piani per gli spostamenti casa-scuola-casa del personale scolastico e degli studenti. Azzolina aveva previsto 300 milioni ma di là dei soldi qui resta una partita che va tutta giocata a livello territoriale. Perché il problema, al di là degli stanziamenti, è la disponibilità e la reperibilità di mezzi aggiuntivi. Il lavoro dei tavoli prefettizi di coordinamento (istituiti dal governo Conte) prosegue ma ancora mancano le indicazioni del Cts in merito alla capienza sugli autobus. Anche la Garante dell’Infanzia nei giorni scorsi è intervenuta con una lettera rivolta al premier: “Dobbiamo garantire – ha scritto Carla Garlatti – mezzi dedicati agli studenti. Tale soluzione potrebbe essere adottata anche attraverso apposite convenzioni con società di traporto privato che, in considerazione dell’attuale situazione di emergenza , al momento risultano sottoutilizzate”. Non solo. La Garante ha proposto un altro intervento: “Forme di sostegno all’ uso del traporto privato attraverso voucher da erogare, previa regolamentazione che preveda anche prezzi calmierati, agli studenti delle secondarie di secondo grado”. Anche su questo si aspettano linee guida, nazionali e territoriali. Mentre è sempre meno il tempo a disposizione per progettare un inizio anno scolastico sicuro. E in presenza per tutti.