Quattro mesi dopo le interrogazioni parlamentari che puntavano il dito sui numeri effettivi delle terapie intensive da Covid che sarebbero stati sgonfiati, in Friuli arrivano gli ispettori del ministero della Salute. Prima si sono recati a Palmanova, ma nel programma di accertamenti ci sarebbe anche l’ospedale di Gorizia. Il problema è emerso ad aprile, quando si scoprì che un certo numero di pazienti erano registrati in un reparto sub-intensivo di Gorizia. In realtà si trattava di ricoveri da terapia intensiva che, grazie a una classificazione meno grave, hanno consentito una prognosi più benevola del Friuli nel calcolo del rischio.

A segnalare le anomalie erano stati anche sindacati della sanità ed esponenti della categoria dei rianimatori. Improvvisamente dal ministero della Sanità erano arrivati dati di terapie intensive maggiorati di una quindicina di unità. Di qui il sospetto che la classificazione fosse stata aggiornata in modo più realistico per evitare conseguenze. La lettera-denuncia degli anestesisti risale al 9 aprile. Subito vennero depositate due interrogazioni parlamentari, la prima di Nicola Fratoianni (Si), la seconda di Luca Sut e Sabrina De Carlo (Movimento 5 Stelle). Erano rivolte al ministro della Salute Roberto Speranza e alla ministra per gli Affari regionali e le Autonomie, Mariastella Gelmini. I parlamentari chiedevano di chiarire i dati sulle terapie intensive. “L’incongruenza tra i numeri reali e i dati forniti, se confermata, sarebbe gravissima e le dimissioni dei responsabili sarebbero quindi un atto dovuto” aveva commentato Sabrina De Carlo. Fedriga aveva parlato di speculazione politica, ma casi analoghi si erano verificati in Molise.

Il tema era stato segnalato per primo in consiglio regionale da Andrea Ussai (M5S). Quando si è avuta la conferma degli ispettori ha dichiarato: “Attendiamo da mesi la risposta alla nostra interrogazione, presentata il 16 aprile scorso, proprio per confrontarci sui numeri che sono emersi dalle nostre richieste di accesso agli atti”. E prosegue: “I dati confermerebbero la versione secondo cui la Regione ha sottostimato le terapie intensive in Friuli Venezia Giulia, nonostante le rassicurazioni di Fedriga sulla bontà dei numeri e sulla massima trasparenza dell’amministrazione regionale e dopo gli attacchi dei colleghi filogovernativi al presidente regionale dell’Associazione anestesisti”. Ussai ricorda come il Movimento 5 Stelle si sia interessato alla vicenda, a livello nazionale e regionale, con accessi agli atti e interrogazioni, fino a un esposto presentato in Procura.

Vediamo quali sono i dubbi. “Riguardano innanzitutto 14 posti di sub-intensiva a Gorizia in cui, stando alle dichiarazioni del responsabile del presidio ospedaliero, vi erano anche pazienti intubati. Le perplessità sono state confermate nei giorni successivi anche dall’Associazione regionale anestesisti rianimatori che, anche dopo l’incontro con l’assessore regionale Riccardo Riccardi, affermava come sia stato ‘chiaramente riconosciuto e confermato che si tratta di veri e propri posti letto di terapia intensiva’ ma che ‘non è stato spiegato il perché questi pazienti non siano stati segnalati nei report giornalieri regionali’”. L’11 aprile il direttore dell’ospedale di Gorizia aveva disposto che dal giorno successivo 8 posti letto della struttura venissero conteggiati come terapia intensiva Covid e 7 come semi-intensiva. “Il giorno dopo abbiamo assistito ad un anomalo dato di 15 nuovi accessi in terapia intensiva a livello regionale, lasciando il dubbio che prima quegli stessi posti non venissero conteggiati nel report giornaliero” è la conclusione di Ussai.

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