La kermesse di teatro, musica e arti visive alla sua prima edizione, diretta dall’attore e regista Geppi Gleiieses, è il prologo di un festival che ha l’ambizione di diventare uno dei più affascinanti appuntamenti culturali del Paese
Un giorno qualsiasi, in pieno lockdown, Geppy Gleijeses si sveglia con un’immagine stampata negli occhi ancora socchiusi. Nella Grotta Azzurra di Capri c’è un concerto. Ma le voci non sono quelle delle sirene di Ulisse e le chitarre non sono l’eco di una leggenda narrata da antichi poeti. Sono artisti reali che suonano e cantano sulle rocce di uno dei luoghi più celebrati al mondo. Da questo sogno un po’ folle nasce “Il Canto delle Sirene – Festival internazionale di Capri”, dal 10 al 20 settembre nell’isola di Tiberio, Caligola Gor’kij, Neruda. Nell’isola dei panorami mozzafiato e delle postcards from Italy dei divi del cinema.
Si parte il 10 settembre, al Centro Caprense Ignazio Cerio, con la mostra di Gabriele Giugni, fotografo che in barca a vela ha ripercorso il viaggio di Ulisse. Le sue fotografie subacquee, scattate in tanti mari del Mediterraneo, trasfigurano le immagini di donne in miti. L’11 settembre ci si sposta al Chiostro Grande Certosa di San Giacomo per il reading “Il resto di niente”, con Stefania Sandrelli e Marisa Laurito accompagnante al piano da Sandro di Palma. Dal romanzo di Enzo Striano, si parla di rivoluzione. Quella partenopea del 1799 che ha avuto come principale eroina Eleonora Pimentel de Fonseca, femminista ante litteram.
“Fare teatro nei luoghi più teatrali del mondo è un privilegio – prosegue il direttore artistico – un atto d’amore nei confronti dell’isola, dei residenti e dei visitatori”. E già. Perché il Festival è gratuito al pubblico. Per il concerto nella Grotta Azzurra avremo potuto mettere – prosegue – biglietti a costi altissimi. Ma desideriamo che sull’isola dove si svolgono eventi esclusivi di brand internazionali e si viaggia a Rolex e resort, ci sia un ritorno alla Capri luogo mentale, sogno collettivo, cultura a disposizione”.
Il 14 settembre, altro evento unico, è la reunion dopo 40 anni della Nuova Compagnia di Canto Popolare al Chiostro Grande Certosa di San Giacomo. Vecchio e nuovo repertorio si alternano con Eugenio Bennato e la partecipazione di Patrizio Trampetti e Giovanni Mauriello.
Il 17 settembre invece tocca alla Terrazza Caesar Augustus ospitare “Aneme pezzentelle blues”. Sono le anime del Purgatorio che attraverso le invocazioni dei viventi sperano di essere “arrefrescate”. Le parole di Geppy Gleijeses, questa volta in veste di attore e regista, sono scandite da tromba, batteria e pianoforte. La sua è una cavalcata lunga più di un secolo fra i personaggi più inquieti della scena napoletana, poeti, scrittori, drammaturghi: Eduardo De Filippo, Raffaele Viviani, Ferdinando Russo, Salvatore Di Giacomo, Annibale Ruccello, Enzo Moscato, Alfredo Guarino.
E si arriva, il 18 settembre, al concerto nella Grotta Azzurra. Per la prima volta location di uno spettacolo. Brani tratti dalla tradizione canora ottocentesca napoletana, con le voci di Mario Maglione e Fiorenza Calogero e le note di due chitarre, sono interpretati senza bisogno di amplificazione. Tutto è acustico, meglio di un auditorium super tecnologico.
“Diverso tempo dopo aver immaginato il concerto nel dormiveglia, ho fatto un sopralluogo nella grotta con le autorità del posto. C’era una nicchia, una sorta di palcoscenico naturale che poteva costituire un approdo”, racconta Gleijeses. Gli spettatori entreranno in grotta su piccole barche a gruppi di due o quattro, a seconda delle regole di distanziamento. Ci saranno più concerti nel pomeriggio per permettere al pubblico di godere delle rifrazioni della luce più belle. Di solito alla Grotta Azzurra si va in visita turistica. Solo dopo le 18 è accessibile a tutti. Ma le luci migliori non ci sono più”.
Poi viene Procida, estremo lembo del Golfo delle Sirene. Qui fu girato il film “Il Postino” con Massimo Troisi. In piazza Marina Grande il 19 settembre va in scena “Il Malato immaginario” di Molière con Emilio Solfrizzi, regia di Guglielmo Ferro. Un’anteprima nazionale con una compagnia di undici attori, preludio alle manifestazioni per Procida capitale della Cultura italiana 2022. “Un evento benaugurante – conclude il direttore artistico – che spero segni il ritorno a una nuova normalità”. E aggiunge: “Ho 66 anni ma ho cominciato a fare tournée a 23. Sono co-direttore del teatro Quirino a Roma, dove per un anno e mezzo abbiamo avuto 120 scritturati a casa e i nostri tecnici facevano le consegne per le delivery. Ma questo Festival è una camera di compensazione. Capri è un miracolo del nostro mare”.