Mentre l’Unione europea, i capi di Stato e anche Papa Francesco chiedono azioni concrete alla politica e alla comunità internazionale per cercare di arginare la grave crisi economica che sta affliggendo il Libano, nel giorno dell’anniversario dell’esplosione al porto di Beirut, dove morirono oltre 200 persone, in migliaia sono scesi in piazza per manifestare contro il governo, dando vita anche a scontri con le forze dell’ordine e tentando anche di forzare il cordone di sicurezza intorno all’area del Parlamento.
La polizia in tenuta anti-sommossa ha cercato di arginare l’avanzata di migliaia di persone che sono scese in strada già dalla mattina e che in serata si sono dirette verso Place de l’Etoile, dove ha sede l’assemblea libanese. Quando hanno tentato di fare irruzione nell’area chiusa al pubblico sono iniziati gli scontri con le forze dell’ordine. Violenze che hanno provocato, secondo l’ultimo bollettino della Croce Rossa libanese, ben 54 feriti tra manifestanti e poliziotti, anche se si sono registrati pure scontri tra esponenti di partiti rivali. Secondo i soccorritori, i feriti sono stati colpiti da pietre e da schegge di proiettili sparati durante le violenze tra seguaci delle Forze libanesi e del Partito comunista libanese nel quartiere di Gemmayze. La polizia ha intanto smentito la notizia sull’uso di proiettili di gomma sparati contro i manifestanti.
Intanto alcuni esponenti della comunità internazionale, oltre a quelli che continuano a chiedere risposte alla politica sulle indagini che si sono arenate, hanno deciso di contribuire per contrastare la crisi economica dilagante. Il primo è stato il presidente francese, Emmanuel Macron, che ha promesso lo stanziamento di 100 milioni di euro per tentare di salvare il Libano dal collasso. Macron ha affermato che questa nuova tranche di aiuti promessi costituisce “un nuovo impegno” di Parigi “in sostegno diretto alla popolazione libanese”. Il presidente ha poi aggiunto che “i dirigenti libanesi sono debitori di verità e di trasparenza nei confronti della loro popolazione”, la classe politica libanese sembra “scommettere sul deterioramento della situazione”, un atteggiamento che ha definito “un errore storico e morale”. L’obiettivo di Parigi e delle Nazioni Unite, secondo fonti diplomatiche, è però quello di raccogliere con la conferenza che si è tenuta oggi più di 350 milioni di euro.
E un aiuto è arrivato anche dagli Stati Uniti: Joe Biden ha promesso di destinare 100 milioni di dollari in aiuti umanitari al Libano. “Oggi annuncio quasi 100 milioni di dollari in nuovi aiuti umanitari”, ha detto precisando però che “questi si aggiungono ai 560 milioni di dollari in aiuti umanitari già forniti dagli Stati Uniti al Libano negli ultimi due anni”. Anche lui si è rivolto alla classe politica libanese: “Nessun aiuto sarà mai sufficiente se i politici libanesi non si impegnano a svolgere il duro ma necessario lavoro di riforma dell’economia e di lotta alla corruzione. Questo è essenziale. Dobbiamo iniziare ora”.