Poteva essere soltanto la notte di Rachele Bruni per l’Italia questa dodicesima notte olimpica, ma così non è stato in una notte di quasi fine Olimpiade, in cui gli eventi si stanno diradando, così come le nostre possibilità di arrivare a medaglia.
Rachele Bruni era impegnata nella 10km di nuoto in acque libere, gara in cui era argento olimpico e bronzo mondiale in carica, oltre ad aver vinto un Europeo e l’Universiade. Era una buona carta per noi, anche se il campo partenza era di altissimo livello. Rachele ha iniziato la gara cercando di rimanere nel gruppo, come lei stessa ha affermato a fine gara, per non sprecare energie e avere il cambio di passo quando era il momento di spingere. Si è sempre fermata ai rifornimenti, ha sempre controllato soprattutto l’olandese Sharon van Rouwendaal, la grande favorita, essendo l’oro olimpico di Rio de Janeiro 2016. La gara però non l’ha aspettata perché è partita subito forte grazie al ritmo imposto dalle due americane Ashley Twichell e Haley Anderson e questa andatura sostenuta dal primo metro l’ha mandata fuori giri, senza farle trovare mai il ritmo giusto. Quando la van Rouwendaal intorno al sesto chilometro è partita, perché si è resa conto che bisognava recuperare posizioni per poter attaccare poi la prima posizione, Rachele non ha avuto lo spunto per seguirla e si è impantanata a centro gruppo senza avere più la possibilità di uscirne. Insieme alle americane aveva fatto gara di testa anche la brasiliana Cunha, che è riuscita a vincere dopo essere stata battuta dall’olandese nel 2016 nelle acque di casa. Peccato per Rachele Bruni che alla fine della gara chiude con un per lei mesto 14esimo posto.
Nella canoa sprint ottima batteria di Manfredi Rizza nel K-1 200. In quarta batteria ha vinto sul francese Beaumont e sono entrati entrambi direttamente in semifinale. Nelle altre batterie i fenomeni ungheresi hanno fatto grandi cose, come il record olimpico di Kols Csizmadia, ma Rizza è lì con gli altri a lottare per una finale. È scesa in acqua anche Francesca Genzo, già vista nel K-1 200, oggi invece all’opera nel K-1 500. Genzo si è comportata meno bene rispetto a ieri, finendo sesta in batteria e qualificandosi per un quarto di finale in cui è definitivamente uscita fuori dai giochi con il quinto posto.
Infine sempre per la canoa velocità abbiamo schierato anche il K-2 1000 formato da Samuele Burgo e Luca Beccaro. Hanno anche loro dovuto cedere in batteria alle grandi squadre, come Ungheria e Repubblica Ceca, qualificandosi per i quarti di finale con il quarto tempo, per poi disputare un buon quarto, arrivando terzi dietro Bielorussia e Nuova Zelanda e avendo così la possibilità di giocarsi una semifinale.
In atletica leggera un solo evento enorme da segnalare. Come per gli uomini, una delle gare cerchiate in rosso in cui sarebbe potuto cadere il primato del mondo erano i 400 ostacoli donne. Anche in questa specialità fino a poco tempi fa il record del mondo era sopra i 52”, per la precisione 52’’16, stabilito da Dalilah Muhammad ai Mondiali del Qatar 2019. Poi è arrivata sulla scena Sydney McLaughlin e l’ha superata in casa, essendo entrambe americane, con un primo sub-52 secondi, 51’’90, stabilito il 27 giugno 2021 a Eugene durante i Trials. Oggi le due si sfidavano di nuovo e con loro anche l’olandese Femke Bol, autrice di una grande stagione. La gara è finita come tutti un si aspettavano, con la vittoria di McLaughlin e record del mondo abbattuto grazie a un pazzesco 51’’46, seconda la Muhammad con 51’’58 e terza Femke Bol, con 52’’03. Si parla di accelerazione incredibile della specialità, di atlete di nuova generazione ma soprattutto delle nuove scarpe, che riescono a dare un vantaggio competitivo proprio in questa specialità. L’unica cosa certa per adesso è che questi tempi sono storia.