Sorpresa, Monte dei Paschi di Siena fa profitti. 202 milioni di euro nei primi sei mesi del 2021 e 83 milioni solo tra aprile e giugno. Un “nero” che si confronta con il rosso da oltre un miliardo che aveva caratterizzato lo stesso periodo del 2020. Purtroppo la sorpresa dura poco, giusto il tempo di scorrere le altre voci del bilancio semestrale. I profitti non discendono dall’attività propriamente bancaria, i cui ricavi scendono anzi da 647 a 585 milioni ma, in gran parte (circa 100 milioni di euro) dalla gestione finanziaria. In sostanza dalle operazioni che una banca fa sul mercato con la compravendita di titoli. I proventi di questa voce sono balzati del 70% superando i 236 milioni. L’altra metà degli utili è riconducibile alle minori rettifiche che sono state effettuate sui crediti deteriorati. Scelta legittima ma che rimanda un problema senza risolverlo.
La prima parte dell’anno è solitamente la più “facile” per i bilanci bancari. Nel primo quadrimestre dell’anno si concentrano mediamente un terzo dei profitti di tutto l’anno, mentre a fine anno si tende a fare le pulizie finali e quindi ad appesantire più i conti. Ci sono margini per caricare o scaricare un trimestre con scelte del tutto legittime. Non è un mistero che ad Mps, nel momento in cui si decidono i suoi destini, faccia gioco presentarsi con bilanci in utile e migliori di quanto previsto. È curioso tuttavia notare come il più recente piano industriale della banca, pubblicato a fine dicembre 2020, preveda fine anno una perdita di 562 milioni di euro. Delle due l’una: o il piano industriale è sbagliato per eccesso di pessimismo e andrà aggiornato o i prossimi due trimestri vedranno perdite per quasi 800 milioni.