I vari servizi di streaming video e musicali stanno sperimentando con nuovi abbonamenti per provare a convertire i propri utenti con piano gratuito in clienti paganti. Uno di questi è Spotify, il quale starebbe proponendo ad alcuni utenti un piano dal costo mensile di circa 1 dollaro ma dalle funzionalità limitate.

Dopo il rilascio della nuova interfaccia utente, Spotify sta sperimentando un nuovo livello di abbonamento a pagamento per il suo servizio di streaming musicale. Spotify starebbe infatti proponendo ad alcuni dei propri utenti che al momento utilizzano il piano gratuito un abbonamento dal costo estremamente contenuto, a discapito di sottostare ad alcuni piccoli compromessi.

Esattamente come gli utenti che utilizzano il servizio di streaming più famoso al mondo in maniera gratuita, gli abbonati al nuovo piano da 1 dollaro al mese (che nel nostro Paese sarà probabilmente portato ad 1 euro) continuerebbero ad usufruire dell’accesso a tutta la loro musica preferita e ai podcast intervallati da qualche periodica pubblicità.

Perché pagare Spotify Plus dunque? Perché questo piano economico permette non solo di passare alla canzone successiva un numero illimitato di volte (gli account gratuiti hanno un limite di sei skip all’ora), ma anche di riprodurre a piacere qualsiasi brano esattamente come gli utenti premium.

Foto: Depositphotos

Calcolando che questo nuovo abbonamento non permette l’accesso alla qualità più alta dello streaming, sareste davvero disposti a pagare 1 euro al mese solo per la possibilità di selezionare manualmente le tracce?

Spotify può contare circa su 200 milioni di utenti su piano gratuito e, nonostante lo scopo sia quello di convertire proprio questi ultimi ad un abbonamento premium, molto probabilmente chi è abituato a sfruttare il servizio gratuitamente difficilmente ha la necessità delle funzioni extra proposte.

Dall’altro lato il rischio è che chi al momento sta pagando un piano più costoso decida di passare a questa versione più economica. Non resta quindi che attendere e scoprire se mai Spotify deciderà di rendere il nuovo servizio “ibrido” disponibile per tutti o se i test si concluderanno in un nulla di fatto.

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