Cultura

Le Baccanti al Teatro Greco di Siracusa manifesto femminista ante-litteram in chiave rap/punkeggiante

Il geniale Carlus Padrissa rende omaggio alle donne che lottano contro il potere e gli abusi sessisti

di Januaria Piromallo
Le Baccanti al Teatro Greco di Siracusa manifesto femminista ante-litteram in chiave rap/punkeggiante

Chi ha detto che modernizzare un’opera classica vuol dire snaturarla? La gestazione della mise en scene de Le Baccanti è stata lunga e complicata, anche causa pandemia, ma la trasposizione del testo di Euripide in chiave contemporanea è riuscita. Geniale si riconferma il sodalizio fra il regista catalano Carlus Padrissa, tra le menti più brillanti e visionari della scena, e la compagnia teatrale La Fura dels Baus in una versione de “Le Baccanti” più attuale che mai, eppure fedelissima all’originale. Una tra le tragedie più grandi di tutti i tempi, fu rappresentata per la prima volta nel 403 a.c.

All’inizio era il Caos poi arriva l’Armonia. Che dura poco. Il non riconoscere a un incapricciato Dionisio la sua natura divina scatena la furia delle Baccanti.
Si sfrutta ogni spazio, incluso quello aereo, e un gigantesco reticolato di forma umana, sospeso in aria, che simboleggia Zeus, partorisce Dionisio. La mitologia vuole che il padre di tutti gli dei ne avesse nutrito il feto attaccandoselo alla sua coscia. Più divino di così!.

Sulla scena si alternano strutture metalliche e detriti della produzione post industriale e gli artisti sembrano acrobati da Cinque du Soleil. L’incredibile macchina scenica (che qualche critico ha giudicato troppo invasiva perché la tragedia greca dovrebbe bastare a se stessa) produce anche una ruota che gira con i ballerini attaccati. E’ il trionfo della spettacolarizzazione. Corpi squartati, riti sanguinolenti, canti e balli indemoniati, tamburi, fumogeni e intrusioni rap accompagnano le Baccanti che si trasformano in un vero e proprio manifesto femminista ante-litteram. Le Baccanti, interpretate da uomini e donne, superano di fatto una netta separazione di genere e, in preda a una frenesia estatica, si riversano come una marea sulle gradinate, sono in mezzo a noi, poi di corsa verso il proscenio al grido di “Todos somos Baco”. E’ un crescendo fino al sacrificio finale: Agave, figlia del re di Tebe, taglia la testa al figlio e, delirante, porta lo scalpo al padre, privandolo così del suo unico erede. Dall’alto la vendetta di Dioniso si è consumata. Applausi, applausi.

La bella notizia per chi non si trova in terra sicula fino al 20 agosto, data dell’ultima replica, Le Baccanti saranno trasmesse integralmente da Rai 5.
La seconda bella notizia è che la classicista e saggista Marina Valensise, delegato della Fondazione Istituto Nazionale del Dramma Antico, sta facendo opera di mecenatismo per raccogliere anche fondi privati per il Teatro Greco di Siracusa, il più antico del mondo.

C’è tanta voglia di classicità e così Michele Blandino, appassionato professore di latino e greco di Modica (una delle sette meraviglie barocche della Val di Noto) durante il lockdown si è dedicato con maestria alla promotion di Certamen Mutycense. La competizione modicana di traduzione dai testi classici in latino ha avuto come presidente di commissione Roberto Vecchioni e quest’anno Daria Bignardi e a sorpresa si sono moltiplicate le iscrizioni con indice di likebilità alle stelle.

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