Il giornalista-spia che patteggiò per il caso Abu Omar, era stato ingaggiato come consigliere per la comunicazione istituzionale. Dopo gli articoli del Fatto Quotidiano e le interrogazioni presentate dal M5s, ha deciso di lasciare: "Venute meno le condizioni". Brunetta lo ringrazia, Fratoianni (Sinistra italiana): "L’avevano fatta talmente grossa che hanno dovuto alla fine arrendersi all’evidenza dei fatti"
Il gabinetto del ministro per la Pubblica amministrazione ha ricevuto la lettera di dimissioni di Renato Farina dall’incarico di consigliere di Renato Brunetta. L’agente Betulla, giornalista-spia che patteggiò per il caso Abu Omar, era stato ingaggiato come consigliere per la comunicazione istituzionale. Dopo le polemiche e l’interrogazione presentata dal M5s, Farina ha deciso per il passo indietro. “Ho rassegnato con animo leggero le mie dimissioni – scrive Betulla in una nota – per il venir meno delle condizioni per esercitare proficuamente le mansioni connesse a questo incarico fiduciario”. Il ministro Brunetta, si legge in un comunicato del ministero, “lo ringrazia per l’impegno, la dedizione e la sensibilità istituzionale dimostrati”.
Due giorni fa era stato Il Fatto Quotidiano a segnalare il ritorno a Palazzo Chigi di Farina, in un articolo di Ilaria Proietti. Il Movimento 5 stelle oggi aveva quindi presentato un’interrogazione al ministro Brunetta, chiedendo spiegazioni in merito a “una scelta che desta non poca preoccupazione visto il passato a tinte a dir poco fosche di Farina”, spiegano i senatori Simona Nocerino e Danilo Toninelli. “Consulente per il ‘governo dei migliori’. Che dire, la persona giusta nel posto giusto”, aveva dichiarato il segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni. Ora commenta: “L’avevano fatta talmente grossa che hanno dovuto alla fine arrendersi all’evidenza dei fatti. Ora il governo dei migliori affronti con la medesima ‘dedizione e sensibilità istituzionale’ la vicenda Durigon…”. Nella sua intervista al Fatto Quotidiano oggi in edicola, lo stesso Giuseppe Conte – fresco di elezioni a primo presidente del M5s – ha dichiarato proprio su Farina: “Ho visto Draghi molto attento a queste dinamiche, e sono sicuro che vorrà intervenire per scongiurare o rimuovere nomine inopportune che i cittadini stenterebbero a comprendere”.
Prima di un qualsiasi intervento, è arrivato però il passo indietro dello stesso Farina. “Sono onorato e considero un grande privilegio aver potuto collaborare, in mesi di impegno entusiasta, con il ministro Brunetta. La mia gratitudine per lui non finirà mai. Nel momento però in cui la mia presenza diventa motivo di attacchi gratuiti allo scopo di indebolirne l’azione riformatrice, il miglior aiuto che posso dargli è ritirarmi”, dice l’agente Betulla. “Il mio, tengo a dirlo, non è affatto un riconoscimento alle ragioni dei cultori del ‘fine processo mai’ che da 15 anni mi inseguono per negarmi il diritto ad ogni espressione pubblica, dopo che ho pagato quanto i giudici hanno stabilito. La mia è una decisione dettata dalla volontà di non danneggiare chi ha avuto ed ha tuttora fiducia e stima non solo nelle mie qualità professionali quanto soprattutto nella mia persona. Ringrazio, inoltre, il direttore Alessandro Sallusti per la sua squisita solidarietà“, conclude la nota.
Farina, ex vicedirettore di Libero, ha patteggiato una condanna a sei mesi, poi convertita in una pena pecuniaria, per favoreggiamento dei rapitori dell’imam Abu Omar. Già nel 1999 aveva avviato la sua collaborazione con i servizi segreti in occasione della guerra in Serbia, proseguendo la carriera giornalistica. Sospeso dall’Ordine dei giornalisti per “comportamento incompatibile con tutte le norme deontologiche della professione e per aver provocato un gravissimo discredito alla categoria”, nel 2007 si era cancellato dall’albo per evitare la radiazione. Nel 2014 gli fu restituito il tesserino da giornalista dopo una parziale ammenda.