A spiegare il piccolo - ma fastidioso - intoppo burocratico che ha rischiato di deconcentrare le azzurre è stata Emanuela Maccarani, l'allenatrice del quintetto sotto la cui gestione erano già arrivati l'argento di Atene e il bronzo di Londra
Il sogno delle farfalle azzurre era scritto su un body a kimono dai colori luminosi di un sol levante, prima approvato e poi stoppato da un funzionario Cio la sera prima della gara. Ma Alessia Maurelli, Martina Centofanti, Agnese Duranti, Martina Santandrea e Daniela Mogurean sul tappeto di Tokyo si sono alzate in volo leggere e quel sogno l’hanno scritto di nuovo in aria con il loro cerchi e le loro evoluzioni sincronizzate all’unisono. È un bronzo del riscatto, dopo il quarto posto beffardo di Rio, e storico al tempo stesso quello dell’Italia della ginnastica ritmica. Perché è il numero 40 dell’Olimpiade da record dell’Italia: “E noi siamo felici di far parte di questa storia”, dicono in coro le cinque farfalle, stessa sintonia fuori e in gara.
A spiegare il piccolo – ma fastidioso – intoppo burocratico che ha rischiato di deconcentrare le azzurre è stata Emanuela Maccarani, l’allenatrice del quintetto sotto la cui gestione erano già arrivati l’argento di Atene e il bronzo di Londra. Il disegno del body da indossare in gara prevedeva lampi di giallo, rosso e arancione, in onore al paese ospitante, con due ideogrammi che significano ‘sogno’ e ‘farfalla’. Tutto ok nei mesi scorsi per la procedura di approvazione, ma a poche ore dalla gara un funzionario Cio ha stoppato tutto: frasi o slogan non possono essere esibite sulle divise in gara. A poco e’ servito ritirar fuori le mail con i si’ precedenti, la decisione e’ passata alla federazione internazionale che ha detto no, nonostante gli applausi di tutti i presenti al palazzetto, quando le azzurre avevano indossato in prova il costume.
“Abbiamo impiegato un’ora per il trucco, e con questo bronzo tutto via per le lacrime..”, scherza Maurelli, raccontando le tensioni dell’attesa del punteggio. “Stamattina quando mi sono svegliata e ho visto che pioveva ho detto ‘no…pioveva anche a Rio. E poi l’attesa del punteggio della Bielorussia – aggiunge riferendosi alle avversarie superate tra prima e seconda rotazione – e’ stata una grandissima tensione: anche quella mi ha ricordato l’attesa che decretò il quarto posto di Rio”. Ma al punteggio che ha sancito podio sicuro, quando mancava solo la Russia, e’ stata festa. “Questa squadra è una persona sola – la convinzione di Santandrea – E quando siamo entrate in gara, è stato come volare”.