Il cyber-assalto è partito da una postazione aperta di un dipendente della Regione, ma poi i pirati informatici sono riusciti a infettare i computer di circa un centinaio di suoi colleghi, tra i quali un amministratore di rete. Così sono riusciti a portare a termine con successo l’attacco hacker al portale del Lazio, acquisendo dati e riuscendo a bloccare tra gli altri anche il sito per la prenotazione dei vaccini. Sono i nuovi dettagli dell’attacco raccontati dal Messaggero, che fa il punto sulle indagini portate avanti dai pm Gianfederica Dito e Luigi Fede. I dati sensibili di circa 5,8 milioni di residenti nel Lazio potrebbero essere in mano ai criminali, anche se, nonostante l’ultimatum sia scaduto venerdì sera, per ora non risultano in vendita sul dark web.
Nel frattempo, la polizia postale sta cercando di percorre a ritroso le tracce lasciate dai pirati informatici, per capire da dove è partito l’attacco e per evitare che le informazioni rubate possano appunto essere vendute al miglior offerente. Anche per questo, scrive il quotidiano romano, i magistrati – che hanno aperto un fascicolo per accesso abusivo, danneggiamento di sistemi informatici di pubblica utilità e tentata estorsione – hanno inoltrato una rogatoria agli Stati Uniti. Secondo quanto emerso, i cybercriminali si sarebbero appoggiati anche a un server negli Usa. Sarebbe un altro tassello, anche se ricostruire con esattezza il “percorso” usato dagli hacker è complesso e richiede del tempo e soprattutto la componente geografica fornisce poche indicazioni visto che un software può facilmente “rimbalzare” da una parte all’altra del globo. Anche per questo si guarda agli attacchi simili che sono stati compiuti nelle ultime settimane, in Italia e non solo. Tra questi quelli a danno di Erg, Tiscali ed Ermenegildo Zegna. Altri le reti governative brasiliane, il Dipartimento dei trasporti del Texas e Konica Minolta.