A Roma la sfida è Gualtieri-Michetti, a Napoli Manfredi-Maresca, a Milano Sala-Bernardo, a Torino Damilano-Lo Russo. Questo il quadro tracciato dall’ultima rilevazione del consorzio Opinio Italia, commissionata dalla Rai sul voto per eleggere i sindaci e i consigli comunali di molte grandi città previsto per il 3 e 4 ottobre prossimi. Tutte le sfide principali, secondo l’istituto demoscopico, finirebbero al ballottaggio (previsto tra i due candidati più votati nelle città sopra i 15mila abitanti, quando nessuno raggiunge la maggioranza assoluta dei voti) con esiti piuttosto aperti, mentre solo a Bologna il candidato di centrosinistra Matteo Lepore può già essere sicuro di farcela al primo turno.

Roma. Nella Capitale, spiega il consorzio, c’è “uno dei contesti più articolati di questa tornata elettorale”. Certo di arrivare al ballottaggio è solo il candidato del centrodestra, Enrico Michetti, avvocato e speaker radiofonico sostenuto da Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Michetti è stimato tra il 31% e il 35%, a una certa distanza dal primo inseguitore, l’ex ministro dell’Economia Roberto Gualtieri (candidato di Pd, sinistra e Verdi) che si fermerebbe tra il 23% e il 27%. Più in basso, ma non di molto, la sindaca uscente Virginia Raggi (M5s) tra il 17% e il 21% e il candidato di Azione e Italia viva Carlo Calenda, tra il 15% e il 19%, in leggera ascesa. Sia Raggi che Calenda possono puntare a insidiare Gualtieri per il ballottaggio. “Al momento in vantaggio sembrerebbe Gualtieri, in virtù della forza strutturale del Pd in città”, scrive Opinio.

Milano. Nella seconda città d’Italia la sfida è soltanto tra il sindaco uscente Beppe Sala (a capo del centrosinistra al completo) e il pediatra Luca Bernardo (che ha unito dietro di sè il centrodestra). L’esito è aperto: Sala si assesta tra il 44% e il 48%, Bernardo tra il 40% e il 44%. Il candidato di centrodestra, nota Opinio, “sembra puntare sulle periferie e sulle aree in cui il progetto di rinnovamento e di innovazione della città portato avanti da Sala sembra essere meno percepito dalla cittadinanza”. Staccatissimo il candidato del Movimento 5 stelle (peraltro non ancora individuato) che non supererebbe, nella migliore delle ipotesi, il 5% dei voti.

Napoli. Qui il probabile ballottaggio è tra Gaetano Manfredi, l’ex ministro dell’Università e rettore della Federico II, candidato unico di Pd e M5s, e Catello Maresca, il magistrato antimafia sostenuto dal centrodestra. Ma sullo sfondo la grossa incognita è rappresentata dall’amatissimo ex sindaco (e governatore della Regione) Antonio Bassolino, a capo della propria lista civica. Secondo la rilevazione, Manfredi si posiziona tra il 42% e il 46%, Maresca tra il 27% e il 31%. Bassolino, invece, sarebbe tra il 14% e il 18%. Proprio lui, secondo Opinio, “potrebbe impedire una vittoria al primo turno e portare al ballottaggio Manfredi e Maresca”. Alessandra Clemente, candidata della lista DeMa, che fa capo al sindaco uscente Luigi De Magistris, si ferma invece tra il 3% e il 5%.

Torino. Anche sotto la Mole la sfida è tra centrosinistra e centrodestra, con l’imprenditore del food&beverage Marco Damilano (cdx) dato tra il 42% e il 46%, in leggero vantaggio sull’accademico Stefano Lo Russo (csx) la cui forchetta è tra il 39% e il 43%. La candidata del Movimento 5 stelle Valentina Sganga, scelta con la prima votazione sulla nuova piattaforma SkyVote, si ferma tra l’8% e il 12%. “Il candidato di centrodestra – è l’opinione dell’istituto sondaggistico – sembra essere favorito: l’aver iniziato prima la campagna elettorale, e il profilo imprenditoriale di Damilano, sembrano essere elementi graditi alla città. Il candidato del centrosinistra è stato nominato attraverso le primarie (caratterizzate da un flop nell’affluenza, ndr) che però non sembrano averne rafforzato la candidatura. La candidata del Movimento 5 stelle, nonostante la sindacatura uscente, non sembra poter raccogliere i consensi di Chiara Appendino”.

Bologna. Nel capoluogo emiliano i giochi sembrano già fatti. Matteo Lepore, assessore uscente e candidato del centrosinistra unito – incoronato dalle primarie, in cui ha sconfitto la renziana Isabella Conti – con l’appoggio dei 5 stelle, è stimato tra il 55% e il 59%, un margine che dovrebbe consentirgli di passare agevolmente al primo turno. Staccato di circa venti punti il candidato del centrodestra Fabio Battistini, imprenditore cattolico, fermo tra il 36% e il 40%. “Unione di forze politiche e continuità di gestione generano una potenziale vittoria al primo turno” per il candidato di centrosinistra e M5s, nota Opinio.

Trieste. Infine, Trieste. Qui se la giocano l’uscente Roberto Di Piazza, del centrodestra, che punta al quarto mandato (dopo due consecutivi svolti dal 2001 al 2011 e il terzo a partire dal 2016) e lo sfidante Francesco Russo, già senatore Pd e attuale consigliere regionale del Friuli-Venezia Giulia. Di Piazza è stimato dal sondaggio in una forchetta tra il 47% e il 51% e potrebbe farcela anche al primo turno. Russo, invece, si ferma tra il 34% e il 38%. La candidata pentastellata, Alessandra Richetti, non supera l’8% nella migliore delle ipotesi, mentre gli altri sfidanti sono dati tra il 7% e l’11%. La possibilità per Di Piazza di passare al primo turno, scrive Opinio, “rimane in bilico in virtù, più che della forza del candidato di centrosinistra, del fatto che i candidati minori potrebbero raccogliere complessivamente una quota importante di consensi”.

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