Al di là delle Alpi la lotta alla salvaguardia dell’ecosistema passa anche per lo stop delle campagne mediatiche ritenute poco “etiche” in tema di protezione dell’ambiente. E in Gran Bretagna…
O si riducono le emissioni di gas serra in maniera drastica e immediata, o non sarà più possibile contenere l’innalzamento della temperatura media globale entro gli 1,5/2 gradi centigradi, con tutte le calamità naturali che ciò comporterebbe. È questo l’allarme lanciato dall’Onu poche ore fa. Un monito severo, ripreso dalla stampa di tutto il mondo al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema.
In Francia, si è deciso di andare anche oltre, mettendo al bando le pubblicità dei combustibili fossili, cioè benzina, gasolio e altri derivati di origine estrattiva. Una misura di legge che fa parte del pacchetto “Climate & Resilience” e che arriva al termine di un processo di revisione durato diversi mesi. L’entrata in vigore della norma è attesa per la metà del prossimo anno, mentre dal 2028 sarà pure vietato pubblicizzare i veicoli maggiormente inquinanti.
Potrebbero rientrare in quest’ultima categoria le automobili con emissioni di CO2 omologate superiori a 123 g/km, le stesse che non potranno più essere immatricolate a partire dal primo gennaio 2030. Con le norme contenute nel pacchetto “Climate & Resilience” sarà altresì obbligatorio indicare l’impatto ambientale dei prodotti sponsorizzati negli annunci pubblicitari, con applicazione immediata per i settori dell’automotive e degli elettrodomestici.
Misure simili, peraltro, potrebbero essere presto riprese anche in altri Paesi. A cominciare dall’Inghilterra, dove, pochi giorni fa, è stato ritirato dalle radio lo spot di un’auto sportiva di una nota marca tedesca: nella pubblicità, infatti, si utilizzava il rombo del motore come elemento emozionale della réclame. Una trovata che, prevedibilmente, ha scatenato polemiche sull’opportunità di “sgasare” deliberatamente in tempi di cambiamenti climatici.