Botta e risposta a “L’aria che tira” (La7) tra Raffaella Paita, presidente della Commissione Trasporti alla Camera e deputata di Italia Viva, e Marco Ponti, già professore di Economia Applicata al Politecnico di Milano ed esperto di trasporti. Focus della polemica: il cambio di rotta di Matteo Renzi nei confronti delle grandi opere, come il dibattuto ponte sullo Stretto di Messina e il Tav.
Ponti cita il periodo in cui Renzi era sindaco di Firenze e nel 2012 si candidò alle primarie del centrosinistra, poi vinte da Pier Luigi Bersani: “Io ho collaborato con Renzi, come ho collaborato con altri ministri, che prima erano contrari alle opere più dubbie e poi, quando sono arrivati al potere, hanno deciso sempre per il sì. A Renzi scrissi io il primo programma, fu stampato un libro”.
Ponti si riferisce al libro “Più uguali, più ricchi” di Yoram Gutgeld, ex deputato Pd e storico consigliere economico di Matteo Renzi. Il saggio, che si configurava come un manifesto del programma politico-economico di Renzi, contiene pareri dello stesso Ponti sui trasporti e ovviamente critiche precise sulla realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina.
“Ho i miei dubbi – replica Paita – Il programma di Renzi lo ha scritto Renzi“.
Nasce una querelle, al termine della quale la parlamentare renziana sbotta: “Sì, ma non si scaldi. Non conosco i rapporti tra lei e Renzi e quindi non mi esprimo sul fatto che lei abbia suggerito qualche parte di programma a Renzi. Ho qualche dubbio, conoscendo le sue tesi”.
Ponti spiega anche la sua contrarietà alla realizzazione del ponte: “Io sono stato uno dei primi a fare un’analisi costi-benefici. Sicuramente il traffico è molto notevole, ma per la sua realizzazione ci sono problemi tecnici di prima grandezza. La questione di base riguarda la linea ferroviaria ad alta velocità tra Salerno e Reggio Calabria, che dovrebbe essere parallela a quella già esistente, peraltro molto sottoutilizzata. Questa nuova linea, a occhio, costerebbe quanto due o tre ponti, cioè dai 22 ai 27 miliardi di euro – spiega – In più, consentirebbe risparmi di tempo irrisori tra Salerno e Reggio Calabria., cioè circa mezz’ora. È assolutamente incomprensibile il fatto che non sistemino meglio la linea già esistente e intendano spendere dai 22 ai 27 miliardi di euro per fare un’altra linea che comporta un risparmio di mezz’ora”.