In Germania l’offerta di test Covid gratuiti per tutti cesserà dall’11 ottobre. I tamponi saranno ancora rimborsati solamente a coloro che non possono essere vaccinati, come i minori di 12 anni o le donne incinta. Il governo e i Länder tedeschi si sono accordati poi per imporre dal 23 agosto la completa equiparazione tra vaccinati, guariti e coloro che abbiano un test negativo, la cosiddetta regola delle 3G (dal tedesco geimpft, genesen, getestet) che varrà per partecipare a tutte le occasioni di vita collettiva pubblica al chiuso: ristoranti, cinema, pratiche sportive, fino all’accesso dei visitatori negli ospedali. Restano gli obblighi di areazione dei locali, distanziamento e mascherina FFP2 anche sui mezzi pubblici (in tedesco l’acronimo AHA per Abstand, Hygiene, Alltag mit Maske). La regola delle 3G avrà efficacia anche per le manifestazioni all’aperto, se ci sono più di 5mila persone solo la metà dei posti dev’essere occupata e resta comunque il tetto di non più di 25mila spettatori. I Länder potranno peraltro fare decadere le limitazioni solo dinnanzi a una riduzione dell’incidenza dei contagi. Salta invece lo stop ai test rapidi, ma varranno al massimo 24 ore. Il governo, infine, terrà la competenza nella gestione dell’emergenza pandemica anche oltre l’11 settembre. Parallelamente c’è convergenza nel prolungare gli aiuti finanziari per gli imprenditori (Überbrückungshilfe III Plus) e per i lavoratori (Kurzarbeitergeld) fino a fine anno.
A fronte della rapida ascesa delle infezioni – il Robert Koch Institut ne segnalava martedì 2.480 – contemperata tuttavia dal numero di vaccinati, è stato concordato che si debbano prendere in considerazione anche la quota dei vaccinati e dei posti occupati nelle terapie intensive, fondendoli in un parametro unico sulla base del quale si prenderanno in futuro le decisioni politiche. Chiaramente le misure sono volte a spingere sempre più persone a vaccinarsi e in Germania non sono mancate le critiche. Da un lato si teme che le famiglie con redditi bassi possano essere svantaggiate: non potendo permettersi di pagare frequentemente i test, verrebbero escluse da parte della vita pubblica. Dall’altro, anche i guariti ed i vaccinati potrebbero contagiarsi: per questo, i contrari alle misure sostengono che non dovrebbero godere di maggiori diritti.
La cancelliera Angela Merkel ha indicato tuttavia qual è il traguardo che dev’essere raggiunto: almeno una quota del 70/75% di vaccinati. Ad oggi solo il 55,1% della popolazione ha ricevuto un ciclo di vaccino completo mentre il 62,5% solo una dose. L’incidenza settimanale delle nuove infezioni di Covid, ormai tutte da ascrivere alla variante Delta, ha raggiunto i 23,5 casi ogni 100mila abitanti. Una progressione che il governo deve rallentare per evitare un nuovo lockdown. Merkel ha sottolineato che di fronte ad un aumento dei contagi, i vaccinati in futuro saranno imprescindibilmente trattati diversamente da chi decide di non ricorrere alla possibilità di immunizzarsi.
Lamentando che la Germania non è più in testa nella velocità della campagna di vaccinazione, la cancelliera ha evidenziato che almeno l’80% degli over 60 sono protetti e i vaccini si stanno dimostrando efficaci nell’impedire decorsi gravi della malattia. Merkel ha quindi chiesto a tutti coloro che sono già protetti a promuovere il vaccino ai loro conoscenti e amici. Non mancano per questo iniziative pubbliche come la “notte dei vaccini” con la quale un centro di Berlino lunedì notte ha offerto a tutti di immunizzarsi senza appuntamento al ritmo di musica techno. Una campagna per attirare soprattutto i giovani: stando ai dati dell’ufficio statistico nazionale, però, i cittadini dai 15 ai 24 anni, pur essendo la fascia con più contatti, avrebbero un peso limitato perché sono solo il 10,1% della popolazione tedesca.
Toni analoghi ed ugualmente diretti dal sindaco del Land Berlino Michael Müller (Spd) e da Markus Söder (Csu), rispettivamente presidente e vicepresidente di turno del collegio di tutti i Governatori dei Länder, comparsi a fianco di Angela Merkel. Müller ha rimarcato che ormai tutti hanno la possibilità di vaccinarsi e che quindi è normale che il governo tra 8 settimane non si faccia più carico dei test per chi volontariamente rinuncia a immunizzarsi. Söder ha soggiunto che ormai tutti possono accedere ai dati e constatare la bassa incidenza di rischi nella vaccinazione, sottolineando anche che in autunno si vuole garantire la piena ripresa della scuola in presenza. Il governatore della Baviera ha però anche un “problema in casa”: il suo vice Hubert Aiwanger (Freie Wähler) ha apertamente rifiutato di vaccinarsi, strizzando l’occhio ai voti dei no-vax in vista delle elezioni nazionali di settembre.
In questa situazione generale desta scalpore il sospetto che 8.557 persone possano aver ricevuto in luogo della vaccinazione contro il Covid una soluzione salina nel centro di vaccinazioni di Schortens (Bassa Sassonia). Non ci sarebbero rischi per loro dal preparato, ma sarebbero tutti stati sottoposti al costante pericolo di contrarre in modo grave il Covid. Coloro che non avrebbero ricevuto una o entrambe le dosi del vaccino sono stati contattati, ha indicato ai media il presidente della circoscrizione Sven Ambrosy (SPD), ed invitati a ripresentarsi per essere vaccinati, ed è stata anche approntata una linea telefonica dedicata. Nella maggioranza dei casi si tratta di persone di oltre settant’anni che si erano recate nel centro di Schorten-Roffhausen tra il 5 marzo ed il 20 aprile. Il fatto è emerso dopo che il 21 aprile un’infermiera aveva iniettato a sei persone una soluzione salina, la donna si era difesa allora dicendo che voleva nascondere che le fosse caduta una fiala di Pfizer-Biontech. Ma il numero di persone interessate dalla mancata immunizzazione che si sono dovute far rivaccinare era rapidamente aumentato a 22 persone. Gli inquirenti credono che ci sia un possibile movente politico, dato che l’infermiera 40enne ha condiviso nei social media diversi post contrari alle vaccinazioni.
La Conferenza Bund-Länder ha poi anche segnato oggi l’accordo per costituire uno speciale “Fondo 2021 per la ricostruzione” dei territori alluvionati. Il governo sopporterà da solo con 2 miliardi di euro i costi per le infrastrutture federali come le autostrade, i restanti 28 miliardi saranno divisi in parti uguali tra fondi federali e dei Länder. Il 18 agosto si terrà una riunione per definire il progetto con una legge federale il cui iter, ha spiegato la cancelliera Merkel, si spera possa essere completato a settembre. La struttura legale del fondo si orienterà a quella delle misure finanziarie per le emergenze prese nel 2013 e garantirà anche a privati ed imprese di poter accedere a mezzi per la ricostruzione per quanto non coperti da proprie assicurazioni. In una seduta straordinaria del Parlamento di Düsseldorf Armin Laschet (candidato cancelliere della Cdu) aveva fornito una prima quantificazione dei danni nel solo Nord-Reno Vestfalia in 13 miliardi di euro.