Una lunga venti metri, l'altra centro: quando sono abbandonate sui fondali, continuano a svolgere la loro funzione 'killer' senza lasciare scampo. E le plastiche di cui sono composte sono destinate a sminuzzarsi creando ulteriori danni alla fauna
Due reti fantasma che giacevano su un fondale roccioso di Ischia a 35 metri di profondità, una della lunghezza di venti metri e dal peso di circa 30 chili e l’altra dall’estensione di cento metri e dal peso di circa 250 chili, sono state ritrovate dai sommozzatori della Guardia Costiera.
Le reti fantasma sono tra le principali minacce per gli ecosistemi marini e, quando sono abbandonate sui fondali, continuano a svolgere la loro funzione ‘killer’ senza lasciare scampo. Adagiate sui fondali vi sono ancora numerose reti abbandonate o perse che costituiscono i più pericolosi tra i rifiuti marini in quanto in grado di intrappolarne con grande facilità la fauna destinata così a morire rapidamente. Le plastiche che le compongono sono inoltre destinate a sminuzzarsi in piccoli frammenti, le cosiddette microplastiche, che, ingerite dagli organismi marini, alterano l’ecosistema ed entrano nella catena alimentare incidendo finanche sulla biodiversità batterica dell’acqua.
Nel Mediterraneo, recenti ricerche condotte in diverse località, indicano che gli attrezzi da pesca possono rappresentare addirittura la maggior parte dei rifiuti marini registrati, con cifre che raggiungono anche l’89%. La campagna ‘Reti Fantasma 2021’ è inserita nell’ambito del coordinamento delle iniziative in campo ambientale. L’attività si è svolta all’interno dell’area marina protetta “Regno di Nettuno” ed ha visto impiegati i militari del secondo nucleo operatori subacquei della Guardia Costiera di stanza a Portici supportati da personale della direzione marittima della Campania e nello specifico dell’Ufficio circondariale marittimo di Ischia.