Secondo il referendum lanciato dal Comitato Civico Cortina il 62,3% dei votanti non condivide “la decisione della Regione Veneto di spendere 85 milioni di euro per la ricostruzione della pista da bob”, il 37,7% la condivide. Tra le motivazioni c'è l'elevato costo di gestione a fronte delle poche decine di praticanti in Italia
Non convince il progetto della Regione Veneto di ristrutturare a proprie spese la pista da bob per le Olimpiadi Milano-Cortina 2026. Si tratta di un intervento da 85 milioni di euro che il Comitato Olimpico Internazionale ha bocciato, suggerendo in alternativa di far disputare le gare in un altro impianto in Austria, anche perché l’ipotesi è quella di riconvertire la struttura in parco giochi estivo. Mentre il governatore Luca Zaia insiste (ma dalla Regione non è ancora stato redatto lo studio di fattibilità), il Comitato Civico Cortina molto attivo sul fronte dei diritti ambientali ha lanciato un referendum online. In tre giorni sono state raccolte più di 1.000 risposte, un numero statisticamente significativo. La bocciatura è netta, visto che appena un terzo si dichiara favorevole.
Il Comitato in passato si era schierato anche contro il progetto di costruire un albergo diffuso e una serie di casette in legno in una zona di pregio della Conca Ampezza. La presidente Marina Menardi alcuni mesi fa aveva scritto ad Elisabetta Pellegrini, direttore dell’Area Infrastrutture della Regione del Veneto, a Vincenzo Novari, amministratore delegato di Milano Cortina 2026 e al sindaco di Cortina, Gianpietro Ghedina, inviando un dossier che illustra le criticità del rifacimento completo della pista “Eugenio Monti” (dismessa da tempo). Quando la raccolta delle risposte sarà completata, un altro dossier sarà spedito a Venezia e Milano.
Per il momento l’indicazione è netta. Finora hanno risposto 1.017 persone, per il 64,3% uomini, di cui il 59,4% residenti a Cortina, il 16,1% in provincia di Belluno, il restante 30% soprattutto in Veneto. Il 62,3% non condivide “la decisione della Regione Veneto di spendere 85 milioni di euro per la ricostruzione della pista da bob”, il 37,7% la condivide. La maggioranza lo fa a ragion veduta, perché dice di conoscere quanto siano elevati i costi di gestione, in particolare quelli dell’impianto olimpico di Cesana, in Piemonte, chiuso perché raggiungevano il milione e 400 mila euro all’anno. Il 70 % è a conoscenza del fatto che i lavori richiederanno interventi di disboscamento e addirittura l’88,4% sa che i praticanti del bob siano poche decine in tutta Italia. Il 67,5% delle risposte sono favorevoli alla proposta del Cio di far svolgere le gare di bob su una pista in Austria. La pista è “una priorità per la comunità di Cortina d’Ampezzo”? Solo il 36,6% è totalmente o parzialmente d’accordo, mentre il 57,9% è totalmente o parzialmente in disaccordo. Che l’impatto ambientale sia “troppo alto” è opinione condivisa dal 60,3%, mentre il 35,3% è in disaccordo. Che la sostenibilità economica nel tempo sia garantita dopo le Olimpiadi è opinione solo del 20,5% delle risposte, mentre il 56,8% pensa in modo assoluto che non lo sarà. Percentuali simili sull’utilità della nuova pista, visto che i praticanti sono pochi: per il 59% l’utilità non c’è (anche in modo parziale). Praticamente tutti sono d’accordo sulla necessità che i cittadini siano informati dalle autorità sui progetti, mentre il 68,1% vorrebbero poter “partecipare alla decisione” con un referendum.
Sul parco divertimenti i rapporti di maggioranza in parte si invertono: il 47,9 % ritiene che sia compatibile con la tradizione turistica di Cortina (41,8% non lo sono) o che contribuirebbe a migliorare l’immagine di Cortina (il 42,6% non lo sono). Il 73,1% delle risposte concorda, invece, che non si possano sacrificare il parco avventure già esistente, un club da tennis e un nascente parco giochi comunali per far posto alla pista da bob.