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Trento, la Provincia aumenta gli stipendi. Il parroco li sbeffeggia e organizza una colletta tra i fedeli per i “bisognosi consiglieri”

La parrocchia di Don Gianni Damolin, periferia Sud di Trento, invia 127 euro ai consiglieri. Raggiunto da ilfattoquotidiano.it lui ironizza: "A forza di parlare tanto di famiglie in difficoltà economica ci è sfuggita la categoria bisognosa dei consiglieri"

“Contributo dalle parrocchie di Ravina e Romagnano per solidarietà ai poveri consiglieri provinciali”. E’ questa la causale di un bonifico da 127 euro e 51 centesimi che il parroco don Gianni Damolin ha inviato alla sede dell’Amministrazione provinciale di Trento, spiegando che il contributo è stato raccolto tra i fedeli che vogliono aiutare i consiglieri provinciali (e regionali del Trentino Alto Adige) così poveri da essersi recentemente aumentati lo stipendio di 600 euro al mese, applicando la crescita Istat. Più che una provocazione, sembra uno schiaffo morale che la comunità parrocchiale nella periferia sud del capoluogo ha voluto infliggere agli amministratori che già godevano di uno stipendio sontuoso di 9.800 euro, che con altre voci e rimborsi forfettari, a cui si deve aggiungere l’aggiornamento in base al costo della vita, adesso diventerà di 12.500 euro al mese.

Il parroco settantenne ha la penna tagliente. Sul bollettino del 25 luglio aveva scritto una breve riflessione. Titolo: “Non capisco tanta indignazione”. Ironicamente si riferiva alle critiche apparse sui giornali per l’aumento degli stipendi. “A me è sorto quasi uno scrupolo: vuoi vedere che ci siamo dimenticati di povertà nascoste… a forza di parlare tanto di famiglie in difficoltà economiche, di gente che vorrebbe lavorare e non può, di imprenditori in crisi per le restrizioni sanitarie ecc… forse ci è sfuggita la categoria bisognosa dei consiglieri. Che fare? Propongo una colletta in chiesa”. E aveva aggiunto: “Sì, mi sembra proprio l’idea migliore: domenica prossima, 1 agosto, le offerte in chiesa le raccogliamo per loro”. A scanso di equivoci, aveva aggiunto un post-scriptum: “Se qualcuno sospetta che la proposta sia interessata, del tipo faccio il sensibile, così poi avrò un trattamento di favore quando chiederò un contributo per il tetto della chiesa, o per rifare l’intonaco al campanile, metto una mano sul cuore: lungi da me un tal vil pensiero”.

Dalle parole ai fatti. L’1 agosto la raccolta di soldi ha assunto le sembianze di una pesca miracolosa. Al punto che adesso il don titola così, a consuntivo, una nuova riflessione: “I politici battono il Papa”. E’ accaduto, infatti, che a Ravina la Colletta per il Papa avesse raccolto 229,76 euro, quella per i politici 291,18 euro, una sessantina di euro in più. Idem a Romagnano dove si è passati dai 183,71 euro per Papa Francesco a 224,69 euro per i consiglieri provinciali. I fedeli hanno risposto agli evidenti bisogni della “casta”. Il parroco aggiunge: “Non me la son sentita di versare tutta la somma: allora ho fatto la media delle offerte raccolte in chiesa nelle domeniche di luglio (161, 93 a Ravina e 93,09 a Romagnano) e ne ho versate la metà, per un totale di € 127, 51. Speriamo che nessuno reclami…”.

Interpellato da ilfattoquotidiano.it, don Gianni ha commentato: “La gente pensava che scherzassi, o facessi una furbata per spillare soldi. Poi ha largheggiato con le elemosine. Neanche io me lo aspettavo. Fra i cattolici praticanti, i consiglieri della regione sembrano godere di un particolare favore”. Cosa è accaduto? “Avevo proposto, con una provocazione che giudicavo intelligente di dedicare ai nostri consiglieri regionali il ricavato della raccolta domenicale in chiesa, che immaginavo sarebbe stata molto scarsa… che so, un sacchetto di monetine…”. Invece? “Sorpresa sorpresa, il ricavato è stato più del doppio delle domeniche normali. Addirittura più della raccolta per la carità del papa”. Come se lo spiega? “I casi sono due: o i politici sono particolarmente amati, in barba al lamentato distacco della gente dalla politica; oppure…oppure… Comunque l’obolo è stato versato”. Servirà a qualcosa? “’Spes ultima dea‘, la speranza non viene mai meno”.