di Alberto Siculella
Da quando siamo abituati alla tuttologia di Google, da quando abbiamo esteso le chiacchiere da bar a una platea infinita nel web, le discussioni non entrano mai nel merito. A pagarne dazio tutti, senza distinzione di razza, classe sociale, scolarizzazione, religione, sesso, provenienza.
Confusi, storditi, ci ritroviamo da una parte un plotone di esecuzione di pro vax che rivendica intelletto, conoscenza, scolarizzazione e ragione oltre ogni ragionevole dubbio, beati. Dall’altro la cosca dei no vax, sempre pronta a sospettare, tramare, dubitare che ci sia complotto, inganno. Angoscianti. Ed è qui il più grande dei problemi: gli uni alimentano gli altri, e insieme servono solo alle rispettive propagande, e nulla più.
Poco importa se i vaccinati continuano a infettarsi, finendo – anche se in rari casi – pure in ospedale con conseguenze serie: loro hanno il vaccino quindi niente mascherina, niente distanza: baci e abbracci, tutto come prima. Illusi e ingannati. Poco importa se i non vaccinati rappresentano il 90% dei nuovi casi, nonché l’80% delle peggiori conseguenze. E a poco serve dimostrare che se fosse un complotto chi lo ha organizzato sarebbe solo un folle suicida. Invasati. La verità è sempre nel mezzo, delle tesi ragionevoli, quelle insensate lasciano il post che trovano.
Ed è nel mezzo che restano dati, dubbi, impressioni; che nonostante il 93% di dosi disponibili somministrate sul numero di casi abbiamo dati peggiori dell’anno scorso, senza vaccini. È lì, nel mezzo, che anche la scienza, quella vera, abituata a porsi domande serie, non risposte stupide, deve confrontarsi con varianti, test anticorpali e un contesto globale che non permette lentezze, perché persone e virus viaggiano più in fretta delle cazzate della rete.
È lì, proprio in quel mezzo, che l’arroganza dei pro vax e la pochezza dei no vax si incontrano per dar vita a un tutti contro tutti, privo di sostanza. Un luogo dove non conta valutare caso per caso, dove la statistica la si interpreta e la medicina la si utilizza al solo scopo di dire che l’altro è un coglione. È lì, in quel mezzo, che l’obbligatorietà al vaccino si camuffa secondo me da ricatto, con un green pass, il cui Qr code magari non funziona. È proprio lì, in quel mezzo, che inconsapevolmente ci ritroviamo tutti, vaccinati o meno, storditi, confusi, vittime di un virus e della disinformazione.