“DURIGON FUORI DAL GOVERNO!” – FIRMA LA NOSTRA PETIZIONE SU CHANGE.ORG

Settantasette anni dopo la strage di Sant’Anna, per il sindaco di Stazzema, Maurizio Verona, la partita contro i rigurgiti fascisti nelle istituzioni non è ancora terminata. Questa mattina, insieme a Enrico Pieri, il presidente dell’Associazione Martiri – sopravvissuto a 10 anni all’intera famiglia – e al presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, Verona è salito all’Ossario per onorare le 560 vittime del 12 agosto 1944. Soprattutto donne e bambini, massacrati da fascisti locali e giovani SS. Già il primo cittadino pensava alla prossima mossa. Nel mirino del suo incessante puntellamento antifascista adesso c’è il sottosegretario al ministero dell’Economia del governo Draghi, il leghista Claudio Durigon, che a Latina aveva proposto di revocare l’intitolazione di un parco a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino per dedicarlo ad Arnaldo Mussolini, il fratello di Benito. All’annuncio era presente anche il capo della Lega Matteo Salvini, che non ha battuto ciglio. Il sindaco di Stazzema Verona, già autore dell’Anagrafe Antifascista, sostiene la petizione del Fatto Quotidiano rivolta a Mario Draghi, perché rimuova Durigon dal governo: “Chiediamoci chi era Arnaldo Mussolini, fratello minore di Benito, fervente sostenitore del fascismo, parte attiva nelle pratiche di soffocamento della libertà di stampa. Mi auguro che il Presidente del Consiglio non resti indifferente a questo episodio, che lo faccia per le vittime del fascismo, che lo faccia per i giovani, che sappiano che la Costituzione italiana è antifascista“, spiega Verona. “Per questo ho scritto al Presidente del Consiglio Draghi perché ne tragga le conseguenze. Volentieri mi unisco all’iniziativa di questa petizione del Fatto Quotidiano, che sentivo come un’esigenza e di cui mi sarei fatto promotore io stesso”, conclude il sindaco. Che già mercoledì alle celebrazioni per la liberazione di Firenze aveva spiegato: “Non dobbiamo restare indifferenti se non vogliamo essere complici. Dobbiamo condannare sul nascere qualsiasi atteggiamento che diffonda l’ideologia fascista, un’ideologia criminale”.

Lo storico Gianluca Fulvetti: “Durigon? Parametri culturali pericolosi”
“Il pensiero che sta dietro la proposta di Durigon? E’ assolutamente ancora pericoloso. Nel caso del sottosegretario il problema sono i parametri culturali: pensare di togliere l’intitolazione a Falcone e Borsellino, per darla ad Arnaldo Mussolini, fa capire che il problema sono ancora gli stereotipi e un certo retaggio rispetto al fascismo”, spiega a ilfattoquotidiano.it Gianluca Fulvetti, docente di Storia Contemporanea all’Università di Pisa. Secondo questo retaggio sbagliato, “tolta la persecuzione razziale, il fascismo ha fatto anche cose buone, l’unico criminale è stato Benito e tutti gli altri che gravitavano intorno a lui invece sono stati dei buoni patrioti. Il sottofondo è ancora questo. Non abbiamo ancora fatto i conti fino in fondo con il fascismo”, rimarca Fulvetti, coautore insieme a Paolo Pezzino di “Zone di guerra, geografie di sangue. L’Atlante delle stragi naziste e fasciste in Italia (1943-1945)”, edito da Il Mulino.

“Nell’opinione pubblica e nel personale politico c’è ancora un difetto di conoscenza del passato. Per qualcuno, tutto sommato, un regime politico di stampo nazionalista, poggiato sulla costruzione dei nemici esterni e interni (antifascisti all’epoca, oggi sinistri e immigrati, gli stereotipi sono i medesimi), è una cosa che può ancora funzionare. La riflessione che va fatta oggi, nel giorno di Sant’Anna, è che a partire dagli schemi culturali di questi politici si può arrivare anche ad azioni di quel tipo lì“, è il ragionamento dello storico. “Una bella fetta del reparto salito a Sant’Anna era costituita da ventenni cresciuti nella Germania nazista, che avevano imparato, attraverso certi filtri culturali, una certa rappresentazione del mondo, cos’era la comunità tedesca e cosa i nemici. Evitiamo di giudicare e basta, per cercare di comprendere le vittime bisogna mettersi anche dalla parte dei carnefici. Non erano persone impazzite, c’è una spiegazione che rimanda al contesto bellico, alle scelte dei comandanti e ai filtri culturali. E oggi noi sui filtri culturali dobbiamo lavorare. L’attualizzazione di quei fatti è necessaria per far sì che il 12 agosto non sia solo ricordo, retorica e empatia. E’ importante destrutturare quegli schemi culturali ancora contemporanei, che si diffondono soprattutto attraverso i social, che è un mondo che esaspera il linguaggio binario”, conclude Fulvetti.

Letture teatrali, concerti e itinerari guidati ogni fine settimana: tutte le iniziative a Sant’Anna
Oltre alle celebrazioni nel giorno dell’anniversario, le iniziative messe in campo per ricordare la storia a Sant’Anna di Stazzema sono tantissime e durano tutta l’estate. Il Museo della Resistenza, che raccoglie, tra le altre cose, struggenti oggetti personali delle vittime e le intense gigantografie dei volti dei superstiti ritratti da Oliviero Toscani, resta aperto. “L’accesso è contingentato a 6 visitatori per volta con obbligo di Green Pass. Questa cosa tuttavia non sfiducia perché abbiamo continuità nelle presenze”, fa sapere a ilfattoquotidiano.it Luisa Baldi, dell’area didattica del Museo. Si aggiungono le attività rivolte alle famiglie e ai più giovani nel fine settimana. “Si chiamano Family Day e Sentieri di Pace, una sorta di percorso a tappe che si sviluppa nei luoghi della memorie, organizzato ogni weekend fino a settembre”, conclude Baldi. In più, letture teatrali e concerti gratuiti per organo e violino. Il programma completo è sulla pagina Facebook Sant’Anna di Stazzema – Parco Nazionale della Pace.

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