Da oggi è possibile sottoscrivere il referendum per l’eutanasia legale anche online e non solo ai gazebo. La novità storica riguarda tutti i referendum e le leggi di iniziativa popolare: una vittoria ottenuta dall’associazione Luca Coscioni e da Mario Staderini, ex segretario dei Radicali, dopo una battaglia politico-giudiziaria durata due anni. La svolta è arrivata con un emendamento approvato negli scorsi giorni all’unanimità dalle commissioni Affari costituzionali e Ambiente: la raccolta firme potrà d’ora in poi essere fatta anche online tramite identità digitale (Spid) e carta d’identità elettronica.
La campagna per il referendum per l’eutanasia legale è partita a inizio giugno e ha già raccolto quasi 400mila firme: ne mancano 100mila per l’obiettivo da raggiungere entro fine settembre. Da oggi si potrà fare la propria sottoscrizione tramite la piattaforma https://raccoltafirme.cloud/app/, illustrata online nel pomeriggio sul sito de ilfattoquotidiano.it e dall’Associazione Coscioni (rivedi la diretta). E il primo bilancio dà già segnali molto positivi: “In tre ore abbiamo raccolto 18mila firme digitali per il referendum sull’eutanasia”, ha annunciato all’agenzia Ansa Mario Staderini. “E’ la dimostrazione che la democrazia è forte quando si consente ai cittadini di esercitare i propri diritti”.
Nel 2019, esprimendosi in merito al caso Staderini-De Lucia, le Nazioni Unite hanno condannato la Repubblica italiana per violazioni del Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici, a causa degli ostacoli alla raccolta delle firme sugli strumenti di democrazia diretta: i ricorsi hanno imposto all’Italia di rimuovere i “irragionevoli ostacoli” alla raccolta firme previsti da una legge del 1970, provvedimento che risale a ben prima della nascita del web. Negli ultimi mesi a esporsi in prima persona è stato il co-presidente dell’Associazione Luca Coscioni Marco Gentili, attivista politico malato di SLA, che ha inviato una lettera al ministro Colao sottoscritta da oltre 3000 cittadini, e organizzato sit-in sotto il ministero per chiedere di sbloccare la situazione. In Parlamento a muoversi è stato il deputato Riccardo Magi che ha trovato l’asse unanime dei colleghi per far passare l’emendamento.
Nello specifico, l’emendamento adottato prevede una norma transitoria per cui i comitati promotori possono raccogliere -senza alcuna necessità di intervento da parte di organismi pubblici- le firme per referendum e iniziative popolari con una piattaforma predisposta da ente certificatore convenzionato con l’Agenzia per l’Italia Digitale (Agid); il Comitato promotore può effettuare la raccolta attraverso un applicativo web che prevede l’uso universale della firma elettronica qualificata per firmare la richiesta di indizione di un referendum. In pratica, l’ente convenzionato effettuerà l’identificazione del firmatario tramite Spid, Cie o identificazione remota per poi garantire il servizio di firma del documento con firma elettronica qualificata, oltre all’archiviazione dei documenti firmati. Sarà svolta anche una verifica preventiva che il firmatario non abbia già firmato la richiesta. Dal 2022 sarà anche realizzata un’apposita piattaforma governativa per questo uso che diventerà l’unico spazio digitale per la firma dei referendum.
Esulta Staderini per quella che è “una riforma storica, una vittoria per chi crede che la democrazia sia per tutti”. “Con la firma digitale”, ha dichiarato, “il referendum torna ai cittadini, che potranno raccogliere le firme senza dover chiedere permesso ai partiti. È il risultato di anni di battaglie ed è il primo passo verso un ritorno alla legalità internazionale e la rimozione delle irragionevoli restrizioni che ancora limitano i diritti politici”. Per Marco Gentili, presidente Associazione Luca Coscioni: “Con il digitale si supera il meccanismo discriminatorio dell’autentica, oltre che gli ostacoli previsti da una legge di oltre 50 anni fa, come la vidimazione dei moduli e le procedure vessatorie per la certificazione delle firme, e si evita, qualora dovesse peggiorare la situazione sanitaria, di dover uscire di casa per fare politica”. In particolare, ricorda Gentili, “la proposta iniziale di ampliamento alla firma digitale era destinata a persone con disabilità poi ha prevalso il buon senso e ora è una norma generale. Nessuno si era posto il problema per esempio di chi risiede all’estero. Adesso viene finalmente restituita loro la possibilità di sottoscrivere le proposte referendarie”.
Intervistato da la Stampa, oggi ha parlato anche Beppino Englaro, padre di Eluana rimasta in stato vegetativo per 17 anni: “Grazie alla forza di Eluana oggi l’opinione pubblica è informata e i promotori del referendum non si troveranno davanti a quel deserto che abbiamo affrontato noi”. Englaro ha ripercorso la storia di Eluana e il calvario prima della sentenza. “Non si poteva accettare la scelta semplice che ha fatto Eluana: ‘Lasciate che la morte accada’. Ce ne siamo accorti già al primo colloquio con il responsabile della rianimazione a Lecco, abbiamo chiesto di dialogare, esprimendo le volontà di nostra figlia, dal momento che non aveva più voce”. E aggiunge: “Sono serviti 6233 giorni perché una sentenza affermasse quello che noi abbiamo detto a quel primo colloquio. Siamo andati da medici, giudici, accademici: niente. Eravamo cani randagi che abbaiavano alla luna”. Secondo Englaro “prima solo chi cascava dentro a queste situazioni sapeva, ed è il caso di Eluana, un anno prima del suo dramma. Oggi l’opinione pubblica è informata e molto evoluta, sicuramente più della politica. E le file ai banchetti lo dimostrano”.
Diritti
Referendum eutanasia legale, ora si può firmare anche online: “Vittoria storica per la democrazia”. In tre ore 18mila sottoscrizioni
Svolta storica per i referendum e le leggi di iniziativa popolare: in Italia si possono raccogliere le firme anche online. Per l'eutanasia legale è attiva da oggi la piattaforma https://raccoltafirme.cloud/app/. Staderini: "E' il risultato di anni di battaglie ed è il primo passo verso un ritorno alla legalità internazionale e la rimozione delle irragionevoli restrizioni che ancora limitano i diritti politici"
Da oggi è possibile sottoscrivere il referendum per l’eutanasia legale anche online e non solo ai gazebo. La novità storica riguarda tutti i referendum e le leggi di iniziativa popolare: una vittoria ottenuta dall’associazione Luca Coscioni e da Mario Staderini, ex segretario dei Radicali, dopo una battaglia politico-giudiziaria durata due anni. La svolta è arrivata con un emendamento approvato negli scorsi giorni all’unanimità dalle commissioni Affari costituzionali e Ambiente: la raccolta firme potrà d’ora in poi essere fatta anche online tramite identità digitale (Spid) e carta d’identità elettronica.
La campagna per il referendum per l’eutanasia legale è partita a inizio giugno e ha già raccolto quasi 400mila firme: ne mancano 100mila per l’obiettivo da raggiungere entro fine settembre. Da oggi si potrà fare la propria sottoscrizione tramite la piattaforma https://raccoltafirme.cloud/app/, illustrata online nel pomeriggio sul sito de ilfattoquotidiano.it e dall’Associazione Coscioni (rivedi la diretta). E il primo bilancio dà già segnali molto positivi: “In tre ore abbiamo raccolto 18mila firme digitali per il referendum sull’eutanasia”, ha annunciato all’agenzia Ansa Mario Staderini. “E’ la dimostrazione che la democrazia è forte quando si consente ai cittadini di esercitare i propri diritti”.
Nel 2019, esprimendosi in merito al caso Staderini-De Lucia, le Nazioni Unite hanno condannato la Repubblica italiana per violazioni del Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici, a causa degli ostacoli alla raccolta delle firme sugli strumenti di democrazia diretta: i ricorsi hanno imposto all’Italia di rimuovere i “irragionevoli ostacoli” alla raccolta firme previsti da una legge del 1970, provvedimento che risale a ben prima della nascita del web. Negli ultimi mesi a esporsi in prima persona è stato il co-presidente dell’Associazione Luca Coscioni Marco Gentili, attivista politico malato di SLA, che ha inviato una lettera al ministro Colao sottoscritta da oltre 3000 cittadini, e organizzato sit-in sotto il ministero per chiedere di sbloccare la situazione. In Parlamento a muoversi è stato il deputato Riccardo Magi che ha trovato l’asse unanime dei colleghi per far passare l’emendamento.
Nello specifico, l’emendamento adottato prevede una norma transitoria per cui i comitati promotori possono raccogliere -senza alcuna necessità di intervento da parte di organismi pubblici- le firme per referendum e iniziative popolari con una piattaforma predisposta da ente certificatore convenzionato con l’Agenzia per l’Italia Digitale (Agid); il Comitato promotore può effettuare la raccolta attraverso un applicativo web che prevede l’uso universale della firma elettronica qualificata per firmare la richiesta di indizione di un referendum. In pratica, l’ente convenzionato effettuerà l’identificazione del firmatario tramite Spid, Cie o identificazione remota per poi garantire il servizio di firma del documento con firma elettronica qualificata, oltre all’archiviazione dei documenti firmati. Sarà svolta anche una verifica preventiva che il firmatario non abbia già firmato la richiesta. Dal 2022 sarà anche realizzata un’apposita piattaforma governativa per questo uso che diventerà l’unico spazio digitale per la firma dei referendum.
Esulta Staderini per quella che è “una riforma storica, una vittoria per chi crede che la democrazia sia per tutti”. “Con la firma digitale”, ha dichiarato, “il referendum torna ai cittadini, che potranno raccogliere le firme senza dover chiedere permesso ai partiti. È il risultato di anni di battaglie ed è il primo passo verso un ritorno alla legalità internazionale e la rimozione delle irragionevoli restrizioni che ancora limitano i diritti politici”. Per Marco Gentili, presidente Associazione Luca Coscioni: “Con il digitale si supera il meccanismo discriminatorio dell’autentica, oltre che gli ostacoli previsti da una legge di oltre 50 anni fa, come la vidimazione dei moduli e le procedure vessatorie per la certificazione delle firme, e si evita, qualora dovesse peggiorare la situazione sanitaria, di dover uscire di casa per fare politica”. In particolare, ricorda Gentili, “la proposta iniziale di ampliamento alla firma digitale era destinata a persone con disabilità poi ha prevalso il buon senso e ora è una norma generale. Nessuno si era posto il problema per esempio di chi risiede all’estero. Adesso viene finalmente restituita loro la possibilità di sottoscrivere le proposte referendarie”.
Intervistato da la Stampa, oggi ha parlato anche Beppino Englaro, padre di Eluana rimasta in stato vegetativo per 17 anni: “Grazie alla forza di Eluana oggi l’opinione pubblica è informata e i promotori del referendum non si troveranno davanti a quel deserto che abbiamo affrontato noi”. Englaro ha ripercorso la storia di Eluana e il calvario prima della sentenza. “Non si poteva accettare la scelta semplice che ha fatto Eluana: ‘Lasciate che la morte accada’. Ce ne siamo accorti già al primo colloquio con il responsabile della rianimazione a Lecco, abbiamo chiesto di dialogare, esprimendo le volontà di nostra figlia, dal momento che non aveva più voce”. E aggiunge: “Sono serviti 6233 giorni perché una sentenza affermasse quello che noi abbiamo detto a quel primo colloquio. Siamo andati da medici, giudici, accademici: niente. Eravamo cani randagi che abbaiavano alla luna”. Secondo Englaro “prima solo chi cascava dentro a queste situazioni sapeva, ed è il caso di Eluana, un anno prima del suo dramma. Oggi l’opinione pubblica è informata e molto evoluta, sicuramente più della politica. E le file ai banchetti lo dimostrano”.
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Roma, 13 feb. (Adnkronos) - Il Milleproroghe è un provvedimento routinario, in teoria nell'esame tutto doveva andare liscio. Invece l'iter di questo provvedimento è stato un disastro, la maggioranza l'ha gestito in modo circense, dando prova di dilettantismo sconcertante". Lo ha detto la senatrice Alessandra Maiorino, vice presidente del gruppo M5S al Senato, nella dichiarazione di voto sul Milleproroghe.
"Già con l'arrivo degli emendamenti abbiamo visto il panico nel centrodestra. Poi è arrivata la serie di emendamenti dei relatori, o meglio del governo sotto mentite spoglie, a partire da quelli celebri sulla rottamazione delle cartelle. Ovviamente l'unica preoccupazione della maggioranza, a fronte di 100 miliardi di cartelle non pagate, è stata solo quella di aiutare chi non paga. Esattamente come hanno fatto a favore dei no vax, sbeffeggiando chi sotto il Covid ha rispettato le regole. In corso d'opera abbiamo capito che l'idea di mettere tre relatori, uno per ogni partito di maggioranza, serviva a consentire loro di marcarsi a vicenda, di bloccare gli uni gli sgambetti degli altri. Uno scenario surreale! Finale della farsa poi è stato il voto di un emendamento di maggioranza ignoto ai relatori e una ignobile gazzarra notturna scoppiata tra i partiti di maggioranza. Non avevamo mai visto tanto dilettantismo in Parlamento".
Roma, 13 feb. (Adnkronos) - "Il decreto Milleproroghe rappresenta una sfida importante, un provvedimento cui abbiamo dato un significato politico, un’anima. L’azione di questo governo punta a mettere in campo riforme e norme strutturali ma esistono anche pilastri meno visibili che hanno comunque l’obiettivo finale della crescita delle imprese e della nostra economia, di sostenere il sistema Italia nel suo complesso. Ecco perché col decreto Milleproroghe abbiamo provveduto ad estendere o a sospendere l’efficacia di alcuni provvedimenti con lo scopo di semplificare e rendere più snella la nostra burocrazia, sempre con l’obiettivo dichiarato della crescita. Fra questi norme sulle Forze dell’ordine e sui Vigili del Fuoco, sostegno ai Comuni e all’edilizia, nel campo sociale e sanitario come in quello dell’industria e della pesca e sul contrasto all’evasione fiscale. Più di 300 emendamenti approvati, tra cui anche quelli dell’opposizione, al fine di perseguire, con questo esecutivo, la finalità di fornire alla nostra Nazione gli strumenti per crescere e per questo il voto di Fratelli d’Italia è convintamente a favore”. Lo dichiara in aula il senatore di Fratelli d’Italia Andrea De Priamo.
Roma, 13 feb. (Adnkronos) - "Dico al ministro Crosetto che l’aumento delle spese per armamenti, addirittura fino al 3%, ruba il futuro ai nostri figli. Ruba risorse alla sanità, alla scuola, ai trasporti. L’aumento delle spese per le armi non ci renderà più sicuri, ma alimenterà conflitti e guerre, come la storia dimostra”. Così Angelo Bonelli, deputato di AVS e co-portavoce di Europa Verde, in merito alle dichiarazioni di Crosetto sull'aumento delle spese militari.
Palermo, 13 feb. (Adnkronos) - "Il problema della situazione carceraria nel Paese è un problema che ogni giorno ci tocca da vicino, stiamo gia' predisponendo le dovute soluzioni. Abbiamo gia' definito il piano carceri e il commissario straordinario". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenendo in video collegamento di ritorno dalla Turchia alla "Giornata dell'Orgoglio dell'appartenenza all'avvocatura e dell'accoglienza dei giovani" istituita dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Palermo.
Palermo, 13 feb. (Adnkronos) - "Criticità nel disegno di legge costituzionale non ve ne sono tali da alterare il testo, ma sarà seguito da una serie di leggi ordinarie. Per esempio, manca nella disegno di legge costituzionale la riserva per le quote cosiddette rosa, ma questo lo metteremo nelle leggi di attuazione che saranno leggi ordinarie. Anche il sistema del sorteggio potrà essere meglio definito. Ma una cosa e' certa: questa legge costituzionale non si modifica". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenendo in video collegamento di ritorno dalla Turchia alla "Giornata dell'Orgoglio dell'appartenenza all'avvocatura e dell'accoglienza dei giovani" istituita dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Palermo, parlando delle dichiarazioni del vicepresidente del Csm Fabio Pinelli che ieri, aveva parlato dei "punti di criticità della riforma del Csm" sui quali si e' appuntata anche l'attenzione della Commissione Ue, aveva sottolineato la necessita' di "un'approfondita riflessione.
Palermo, 13 feb. (Adnkronos) - "Oggi in Turchia, parlando con il mio omologo, il ministro di giustizia turco, quando ho detto che probabilmente i magistrati italiani faranno uno sciopero, lui è rimasto sorpreso e mi ha domandato 'ma è legale?'. Se i magistrati vogliono fare lo sciopero che lo facciano, ma quello che è certo e che, senza alcun dubbio, noi andremo avanti perché e' un nostro impegno verso gli elettori". Lo ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio intervenendo in vdieocollegamento di ritorno dalla Turchia alla Giornata dell'orgoglio dell'appartenenza degli avvocati a Palermo.
Palermo, 13 feb. (Adnkronos) - La separazione delle carriere dei magistrati "è un dovere verso elettorato perché lo avevamo promesso nel nostro programma e questo faremo. Il nostro e' un vincolo politico verso l'elettorato". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenendo in video collegamento, di ritorno dalla Turchia, alla "Giornata dell'Orgoglio dell'appartenenza all'avvocatura e dell'accoglienza dei giovani" istituita dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Palermo. "Io sto girando un po' dappertutto per redigere protocolli - ha proseguito il ministro -, e ogni qualvolta parliamo di separazione carriere ci guardano con un occhio perplesso perché in tutti gli ordinamenti del mondo questo è normale".