“Tra Barbara D’Urso e Mara Venier? Scelgo la pizza“. Così scherza (ma neanche troppo) Simona Ventura che, intervistata dal Corriere della Sera in occasione del suo debutto come regista alla Mostra del Cinema di Venezia, si è raccontata a cuore aperto, rivelando retroscena sulla sua carriera televisiva. “Questa frase è una battuta – ha precisato SuperSimo -. Però odio l’ipocrisia e racchiude il mio pensiero. Le donne in tv sono state le mie migliori amiche e le mie peggiori nemiche. Le cadute mi hanno aiutato a rialzarmi”.
“Il momento più duro è stato quando ho preso il Covid e ho dovuto rinunciare alla serata finale dell’ultimo Sanremo con Amadeus e Fiorello – ha proseguito la conduttrice -. Polmonite bilaterale curata con tante medicine. Ho avuto successi e fallimenti. C’è chi ha creduto in me e chi voleva la mia testa. Perché? Non sono gestibile, sono un cane sciolto. Sono una diretta che non ha peli sulla lingua. Sul lavoro sono un uomo”. E ancora: “La polemica di Galeazzi che accusa di invadenza Paola Ferrari? Penso che lei è stata brava ad avere spazio, a sgomitare e a tenere duro”.
Adesso si prepara a calcare il red carpet della Biennale di Venezia non più da ospite ma da regista, appunto, per presentare il suo docu film “Le 7 giornate di Bergamo”: girato durante i mesi più duri della pandemia di Covid, racconta la settimana che c’è voluta per costruire, in tempi record e in pieno lockdown, l’ospedale da campo della città lombarda con 142 posti letto. “Vorrei fare un appello al mondo del cinema. A Venezia guardatemi senza pregiudizi. Anzi, guardatelo”, ha detto Simona Ventura. “Gli alpini mi hanno regalato il cappello con la piuma e a Venezia, sul tappeto rosso, sfilerò con 400 alpini e metterò il capello”, ha concluso scherzando.