Tutto il Paese passerà il Ferragosto senza nuove restrizioni, grazie ai parametri meno stringenti decisi dal governo con il decreto di fine luglio. Dall'ultimo monitoraggio però emerge come in 15 Regioni l'incidenza abbia superato la soglia dei 50 casi settimanali, mentre i posti letto occupati in ospedale continuano a crescere. L'avvertimento di fronte alla variante Delta: "Serve identificare casi, mantenere misure e completare le vaccinazioni"
L’Italia farà un Ferragosto in zona bianca. I nuovi parametri decisi dal governo con il decreto di fine luglio, che hanno reso molto più difficile il passaggio in fascia gialla, evitano il ritorno delle restrizioni, nonostante ormai 15 Regioni abbiano superato la soglia dei 50 casi settimanali ogni 100mila abitanti. A livello nazionale, l’incidenza dei nuovi positivi – che testimonia la circolazione del virus – schizza a 73 casi, contro i 68 della scorsa settimana. Salgono anche il tasso di occupazione in terapia intensiva, che arriva al 3,7%, e in area medica, dove ora è al 5,2%. Nessuna Regione però al momento supera le soglie che farebbero scattare la zona gialla, ovvero il 10% di posti occupati in terapia intensiva e contemporaneamente il 15% in area medica. Nemmeno Sardegna e Sicilia, dove si registrano i tassi più alti di occupazione dei letti in ospedale, ma per il momento almeno uno dei valori resta sotto soglia. Se non ci sarà un’inversione di tendenza, però, le due isole rischiano la zona gialla già a partire da lunedì 23 agosto.
I dati emergono dal monitoraggio settimanale Iss-ministero della Salute, ora analizzato dalla cabina di regia Covid. L’indice Rt nazionale, che misura la replicabilità del contagio, scende da 1.56 della scorsa settimana a 1.27. Ma con l’incidenza che resta al di sopra della soglia settimanale di 50 casi ogni 100mila abitanti, è più difficile il controllo della trasmissione basato sul contenimento ovvero sull’identificazione dei casi e sul tracciamento dei loro contatti. L’Iss infatti avverte: “È opportuno realizzare un capillare tracciamento e contenimento dei casi, mantenere elevata l’attenzione ed applicare e rispettare misure e comportamenti per limitare l’ulteriore aumento della circolazione virale della variante Delta“, che “è ormai largamente prevalente in Italia”.
Serve maggiore copertura vaccinale – Questa variante, si legge nel monitoraggio, “è dominante nell’Unione Europea ed è associata ad un aumento nel numero di nuovi casi di infezione anche in altri paesi con alta copertura vaccinale”. “Una più elevata copertura vaccinale ed il completamento dei cicli di vaccinazione rappresentano gli strumenti principali per prevenire ulteriori recrudescenze di episodi di aumentata circolazione del virus sostenuta da varianti emergenti con maggiore trasmissibili”, sottolinea ancora l’Iss.
I casi Sicilia e Sardegna – Sono ben 18 le Regioni che risultano classificate a rischio moderato nel monitoraggio settimanale. A rischio basso restano solo il Lazio e le due province autonome di Trento e Bolzano. Nonostante questo, nessuno rischia la zona gialla, almeno fino a venerdì prossimo. L’ultimo decreto firmato da Mario Draghi prevede infatti l’uscita dal bianco solo se si verificano tre fattori: oltre 50 nuovi positivi settimanali su 100mila abitanti, il 10% di posti letto occupati in terapia intensiva e il 15% in area medica. Detto che praticamente tutta Italia ha un’incidenza più alta di 50 casi, le uniche due Regioni in bilico restano Sardegna e Sicilia. Nella prima, il tasso di occupazione in terapia intensiva è all’11,2%. Niente zona gialla, però, perché in area medica i posti letto occupati sono ancora il 7,2%. Situazione inversa in Sicilia, dove in area medica siamo al 14,1%, ma l’occupazione dei reparti di rianimazione si ferma per ora al 6 per cento.
Incidenza alta anche in Toscana – Sardegna (con 141,8 casi) e Sicilia (con 127,2) sono anche tra le Regioni con i valori dell’incidenza più alto per il periodo 6-12 agosto. L’allerta però riguarda anche la Toscana, dove sono stati registrati 129,9 contagi settimanali ogni 100mila abitanti. Il dato sulle incidenze rappresenta appunto insieme a quello sulla saturazione dei reparti ospedalieri e delle terapie intensive, uno degli indicatori decisionali per le eventuali misure di contenimento. Solo poche Regioni ormai restano ancora sotto la soglia dei 50 casi: sono la Lombardia (42,4), Piemonte, Puglia, Valle D’Aosta, Provincia di Trento e Molise, dove si registra il valore più basso con 20,9 casi. Dopo le tre già citate, la prima Regione ad avvicinarsi ai 100 contagi settimanali ogni 100mila abitanti è l’Umbria, che si ferma a 99,9.