FIRMA ONLINE PER IL REFERENDUM EUTANASIA LEGALE
Nel giorno in cui la raccolta firme per il referendum sull’eutanasia legale sfonda la soglia delle 500mila firme necessarie per legge, arriva per bocca monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, la durissima posizione del Vaticano. A cui replica l’associazione Luca Coscioni attraverso le parole di Marco Cappato che ricorda come non c’è nessun obbligo di scelta.
“C’è la tentazione di una nuova forma di eugenetica: chi non nasce sano non deve nascere. E insieme con questo c’è una nuova concezione salutistica per la quale chi è nato e non è sano, deve morire. È l’eutanasia. Questa è una pericolosa insinuazione che avvelena la cultura – dice a Vatican News il porporato – Si sta man mano incuneando nella sensibilità della maggioranza una concezione vitalistica della vita, una concezione giovanilistica e salutistica in base alla quale tutto ciò che non corrisponde ad un certo benessere e ad una certa concezione di salute viene espulso”.
“La mia preoccupazione è davvero profonda – dice l’arcivescovo Paglia in un’intervista al sito della Santa Sede – È indispensabile che la Chiesa ricordi a tutti che la fragilità, la debolezza, è parte costitutiva della natura umana e dell’intero creato – aggiunge il ‘ministro’ vaticano della bioetica -. E questo richiede che sia urgente un nuovo rapporto di fraternità tra tutti. La debolezza chiede l’urgenza della fraternità perché è nella fraternità che ci si prende cura gli uni degli altri. È nella fraternità che ci si sorregge. È nella fraternità – ricordiamo l’enciclica “Fratelli tutti” – che possiamo delineare un futuro più umano per tutti”.
“Monsignor Paglia non pare dare alcun valore al diritto fondamentale alla libertà e responsabilità individuale, riconosciuto anche dalla Consulta. Solo operando tale grave rimozione si può arrivare a equivocare come ‘salutismo’, ‘eugenetica’, o ‘dover morire’ il sacrosanto diritto a rifiutare l’imposizione di scelte altrui sul proprio corpo e sulla propria vita. Con l’affermazione del referendum – dice Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni – nessuno sarà obbligato a scegliere l’eutanasia e anzi sarà possibile prevenire ciò che accade ora: l’eutanasia clandestina, fatta di solitudine e disperazione e praticata nelle condizioni più terribili, anche per responsabilità della criminalizzazione voluta da una legge del 1930 e sostenuta dal Vaticano”. Una battaglia, quella per avere un referendum e decidere finalmente sul fine vita, che ilfattoquotidiano.it ha deciso di sostenere fin dall’inizio, con inchieste mirate, storie e una sezione dedicata.
La raccolta firme continua “con l’obiettivo di raccogliere almeno 750.000 firme entro il 30 settembre in modo da mettere in sicurezza il risultato da ogni possibilità di errori nella raccolta, ritardi della Pubblica amministrazione e difficoltà nelle operazioni di rientro dei moduli. Ad oggi, le firme fisicamente già rientrate al Comitato sono 99.000 delle quali 48.000 già certificate e pronte per la consegna” fanno sapere l’avvocata Filomena Gallo e Cappato. “Di fronte agli annunci di iniziative parlamentari e al proseguirsi della violazione dei diritti dei malati, già sanciti dalla sentenza della Consulta sul caso Cappato-Antoniani – prosegue la nota dei promotori – vogliamo precisare che il referendum è uno strumento legislativo per realizzare riforme con effetto vincolante, non è – né dal punto di vista legale né da quello politico – uno “stimolo” al Parlamento affinché legiferi, né tantomeno un alibi per il Governo e le Regioni per continuare a violare impunemente la legge. Continueremo infatti ad agire al fianco di persone malate che, come nel caso di “Mario“, si vedono conculcata con la violenza la propria libertà di decidere sul fine vita. A 37 anni dal deposito della prima proposta di legge sull’eutanasia, a prima firma Loris Fortuna, il referendum è lo strumento per abrogare la criminalizzazione del cosiddetto “omicidio del consenziente” (articolo 579 del codice penale) e rimuovere così gli ostacoli alla legalizzazione dell’eutanasia anche con intervento attivo da parte del medico su richiesta del paziente, sul modello di Olanda, Belgio, Lussemburgo e Spagna, seguendo i principi già stabiliti anche dalla Corte costituzionale tedesca.
Se nel frattempo il Parlamento avrà la forza di approvare una legge (come quella ora ferma in Commissione alla Camera) che depenalizzi il cosiddetto “aiuto al suicidio” (articolo 580 el codice penale), ricalcando la sentenza della Consulta, certamente si tratterà di un passo avanti positivo per impedire ostruzionismi come quello in atto contro “Mario”, ma non si supererà l’utilità del referendum sull’art. 579. Parallelamente alla strada referendaria, che continua con la raccolta delle prossime centinaia di migliaia di firme, come Associazione Luca Coscioni proseguiamo anche con l’aiuto diretto alle persone che si rivolgono a noi attraverso il “numero bianco sul fine vita” (06 9931 3409, numero gratuito attivo dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 17). Nei casi in cui sarà necessario, con Mina Welby e Gustavo Fraticelli siamo pronti a ricorrere alla disobbedienza civile per affermare il diritto fondamentale all’autodeterminazione dei malati in condizione di sofferenza, conclude la nota di Gallo e Cappato.