Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati registrati 5.273 nuovi positivi. Ieri erano stati 3.674. Sono 54 invece le vittime in un giorno, cifra più alta degli ultimi due mesi, e quindi in aumento anche rispetto ai 24 morti di ieri. I tamponi, molecolari e antigenici, processati sono stati 238.073, in notevole aumento rispetto ai 74.021 del giorno precedente. Di conseguenza il tasso di positività è in calo dal 4.9% di ieri al 2,2% delle ultime 24 ore. Lo rende noto il Ministero della Salute.
Per quanto riguarda le ospedalizzazioni si registra un ennesimo nuovo incremento: sono 423 i pazienti ricoverati in terapia intensiva per il Covid, +19 rispetto al giorno precedente nel saldo tra entrate ed uscite. Gli ingressi giornalieri registrati sono 49, mentre lunedì se ne registravano 32. I ricoverati con sintomi covid nei reparti ordinari sono stati nell’ultimo giorno 3.472, con un incremento di 138 unità.
C’è da dire anche che l’Agenas (agenzia per i servizi sanitari regionali) evidenzia come il grado di saturazione delle terapie intensive a livello nazionale resti sotto la soglia del 10%, ovvero al 5%, nonostante il leggero incremento dell’ultimo giorno. E’ sotto la soglia critica del 15% anche l’occupazione dei reparti ordinari da parte di malati con sintomi covid, ferma al 6%. Ma a livello locale si registra un leggero incremento delle terapie intensive di circa l’1% in ben cinque regioni: Abruzzo (2%), Emilia Romagna (5%), Sicilia (10%), Umbria (2) e Veneto (3%). Mentre scende, sempre dell’1%, l’occupazione in Puglia (al 4%) e in Lombardia (2%). Per i reparti di area non critica si registra un aumento dell’1% in 5 regioni: Basilicata (8%), Calabria (13%), Liguria (4%), Bolzano (4%), Umbria (+1) .
Tuttavia restano sotto la lente di ingrandimento le due isole maggiori che, proprio in tema di ospedalizzazioni, sono le più a rischio per il passaggio in zona gialla. La Sicilia supera per la prima volta la soglia del 15%, prevista dai nuovi parametri, per i ricoveri in area medica non critica. La regione si attesta, infatti, al 16% del tasso di occupazione dei reparti con un aumento dell’1%. Mentre per le terapie intensive resta ancora sotto la soglia con un tasso di occupazione al 9%. La Sardegna oltrepassa la soglia massima del 10% prevista dai nuovi parametri per le terapie intensive portandosi all’11% (+1%) mentre resta sotto la soglia critica per l’occupazione dei reparti ordinari, ovvero al 9%.
Nella distribuzione geografica del virus SarsCov2 anche oggi il maggior incremento di nuovi casi si registra in Sicilia (+1.229), poi con meno della metà dei casi il Lazio (+551) e l’Emilia Romagna (+478). Seguono Veneto (+422), Toscana (+396), Lombardia (+374), Campania (+335), Sardegna (+207), Piemonte (+205), Calabria (+201), Puglia (+165), Umbria (+135), Liguria (+133) e Marche (+101). Le restanti regioni registrano tutte un incremento dei contagi inferiore a 100 ma nessuna risulta essere covid free. Registra il minor numero di nuovi positivi il Molise (+11).
Confrontando i dati di oggi con quelli di martedì scorso, 10 agosto, si evidenzia un minor numero di nuovi casi (5.273 vs 5.636) a fronte di un numero inferiore di test processati (238.073 vs 241.766) ma un incremento dei decessi (54 vs 31) e degli ingressi in terapia intensiva (49 vs 26). Ma per un’analisi più puntuale dell’andamento della pandemia bisogna guardare i primi due giorni della settimana e paragonarli a quelli della settimana precedente. La premessa da fare è che ogni inizio settimana i dati sono più bassi rispetto agli altri giorni a causa del minor numero di test processati nel weekend. Lo si nota meglio, appunto, nel confronto con il 9 e 10 agosto. Numeri alla mano si vede chiaramente che ieri ed oggi si sono registrati meno casi (8.947 vs 9.836) ma a fronte di una differenza di circa 32mila tamponi (312.094 vs 344.630). Nonostante ciò, ieri ed oggi, hanno accumulato un numero complessivo di morti superiore rispetto a lunedì e martedì scorso (78 vs 53). In aumento anche i dati sulle terapie intensive (81 vs 65) e i ricoveri nei reparti ordinari (+310 vs +249) segnale evidente che il virus, seppur gradatamente, continua a diffondersi.