In Gran Bretagna i vaccini agli under 16 non sono ancora raccomandati e fino a un mese fa autorevoli scienziati inglesi non li consigliavano. La variante Delta che ha fatto innalzare nuovamente i contagi e i ricoveri ma non i morti in uno dei paesi con la più alta percentuale di vaccinazione (oltre il 75% degli over 18 con doppia dose e oltre il 90% con la prima), ha spinto il governo ad allargare l’immunizzazione anche ai 16enni e ai 17enni e da oggi l’agenzia regolatoria britannica del farmaco (Mhra) ha autorizzato oggi l’uso del vaccino anti Covid prodotto dai laboratori americani Moderna per gli adolescenti.
“Sono lieta di confermare che il vaccino Moderna è ora autorizzato fra i 12 e i 17 anni, poiché è risultato sicuro ed efficace anche in questa fascia di età” ha detto la dottoressa June Raine, numero uno dell’agenzia, precisando tuttavia che spetta al Joint Committee on Vaccination and Immunisation (Jcvi), l’organismo medico-scientifico indipendente che dà indicazioni al governo di Boris Johnson, stabilire chi debba essere vaccinato concretamente nel Regno in termini di priorità e di gruppi anagrafici.
Il Jcvi si è limitato per ora ad allargare la somministrazione – riservata nel Paese agli over 18 fino a due settimane fa – ai 16enni e 17enni, giudicando meno favorevole il rapporto rischi-benefici per i più giovani; mentre diversi specialisti britannici insistono nel ritenere più urgente la vaccinazione degli adulti nei Paesi poveri o rimasti indietro sul fronte dell’immunizzazione, rispetto a quella dei bambini e dei ragazzini (mediamente non toccati dagli effetti più gravi della pandemia anche in caso di contagio) dei Paesi ricchi più avanti nella campagna. Il Regno Unito è al momento in testa alla corsa vaccinale fra le nazioni medio-grandi del mondo, con oltre 88 milioni di dosi già inoculate, il 77% della popolazione adulta residente doppiamente vaccinato e quasi il 90% coperto almeno da una prima dose.