Un cadavere in buono stato di conservazione. E come emerge dall’autopsia con gli organi interni intatti. Questo fa ipotizzare agli investigatori che indagano sulla morte di Laura Ziliani, 55 anni, ex vigilessa sparita nel nulla tre mesi fa nel Bresciano, che il suo corpo abbia potuto avere due sepolture. L’ipotesi investigativa viene citata dai quotidiani Il Messaggero e Il Giorno.
In un primo momento il corpo potrebbe essere stato seppellito in un luogo coperto e asciutto, successivamente potrebbe essere stato nascosto in una buca poi invasa dalle acque del fiume Oglio ingrossato dalle piogge. Per la morte della donna sono indagate due figlie e il fidanzato della maggiore per omicidio volontario e occultamento di cadavere. Scoperto l’8 agosto quando un bambino in bicicletta con i genitori ha visto qualcosa dietro i cespugli.
L’autopsia ha permesso di stabilire che il corpo non era stato aggredito da insetti o animali selvatici ed era coperto solo da terriccio. Ora gli inquirenti attendono l’esito delle analisi tossicologiche per capire se la donna sia stata da narcotizzata o avvelenata. Sicuramente non è morta affogata o causa di una caduta perché l’esame non ha evidenziato fratture o ferite. Gli investigatori escludono l’incidente anche per i pochi indumenti trovati: brandelli di una canottiera, forse una vestaglia. Niente che potesse fare pensare che una esperta di passeggiate fosse uscita per un’escursione. Nel pomeriggio la conferma dal test del Dna che il corpo è di Laura Ziliani. Già in fase di autopsia il corpo era stato riconosciuto per una ciste sotto il piede destro.