di Luca Bassanese*

Qualcuno un giorno scrisse “ne hanno fatto un monumento per dimenticare un po’ più in fretta”. Ecco, questo è ciò che si spera non accada per una figura così importante come Gino Strada.

Forse è per tale motivo che il web si sta movimentando dal basso, non solo per via del profondo dolore legato all’improvvisa scomparsa, ma soprattutto in un momento in cui la situazione nelle zone dove Strada ha dedicato gran parte della sua vita è precipitata e riempie il cuore di paura e sgomento. Purtroppo non è abitudine di questo nostro Paese mantenere la memoria e forse non aiuta nemmeno un’epoca in cui questa società liquida dissolve e fagocita tutto e tutti restituendo spesso il nulla tra le mani delle future generazioni.

Un gruppo di liberi cittadini sta chiedendo il Nobel postumo a Gino Strada, specificando che qualora avvenisse sarebbe un fatto ancor più eccezionale e credo che anche questo significhi impegnarsi per mantenere la memoria, forse la cosa più importante che oggi si possa fare, l’unica vera rivoluzione. Perché solamente attraverso l’educazione di un nuovo mondo possibile possiamo sperare e proiettarci in esso. Ma se continuiamo sempre a rincorrere le miserie e le tragedie quotidiane rischiamo di non avere più il tempo per la riflessione.

La paura prende il sopravvento e il quotidiano diviene un mostro insormontabile. Mantenere la memoria storica lo dobbiamo ai nostri figli e nipoti, e fare questo vuol dire sapere anche fermarsi ma soprattutto discernere gli esempi dalla cronaca. La bellezza e la profondità dalla tragedia.

Gino Strada, medico, attivista e fondatore assieme alla moglie Teresa Sarti di Emergency, è un esempio di eccellenza italiana e mondiale, un esempio da studiare nei libri di scuola. Non a caso in queste ore David Gilmour (ex cantante e chitarrista dei Pink Floyd) e Patti Smith (la sacerdotessa del rock) hanno pubblicato il loro plauso a Gino Strada, con cuore e passione. Questi esempi di vita come quello di Strada possono essere il cardine di un nuovo futuro, dove non ci troveremo disarmati di fronte alle tragedie, ma avremo coscienze in grado di lavorare per la crescita di una nuova Società. È morto Gino, Gino è vivo!

*Cantautore e attivista
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